domenica 22 gennaio 2017

elementi di pediatria e di puericultura

ELEMENTI DI PEDIATRIA E DI PUERICULTURA:
L’attenzione della medicina per la tutela della salute del bambino inizia ad essere rilevante nel Rinascimento e nel secolo scorso. Nel 1552 Girolamo Mercuriale pubblicò a Padova un libro che, seppure di solo 16 pagine, fu di grande importanza per la storia della puericultura: Nomothelasmusseu ratio lactandiinfantes.
Fu il primo piccolo, ma vero trattato di puericultura rivolto a tutte le madri con l’intento di insegnare loro un corretto allattamento del bambino. Da allora in poi fiorirono numerose pubblicazioni, di autori di diversa estrazione, dedicate all’allevamento del bambino. La puericultura vede nel Rinascimento il suo atto di nascita, con un successivo e più promettente sviluppo nel 17° e 18° secolo. Tuttavia la puericultura, come del resto tutte le altre branche della medicina , solo nel secolo scorso superò la fase empirica per trovare formulazioni scientifiche,favorita in questo dal diffondersi della cultura, dal miglioramento delle condizioni di vita, dai progressi della chimica e dalla fisiologia, dal sorgere di nuove scienze, quali l’embriologia e la genetica. Il campo d’azione della puericultura riguarda sia il periodo prenatale sia quello postnatale. Il compito della puericultura inizia con lo studio delle caratteristiche ereditarie, che al bambino derivano dai genitori, al fine di prevedere l’insorgenza di determinate patologie, ma anche attraverso la sorveglianza sanitaria e le abitudini igienico - alimentare della gestante che possono essere determinanti al fine di prevenire eventuali malattie infettive o metaboliche (rosolia,diabete).La puericultura postnatale si interessa della prima infanzia, seconda infanzia e terza infanzia.
La prima infanzia è il periodo che va dalla nascita al 2° anno di vita (viene distinta in età neonatale che va dalla nascita al 28° giorno di vita e età del lattante che va dal 29° giorno di vita all’età dello svezzamento, coprendo il periodo di esclusiva alimentazione lattea).
La seconda infanzia (da 2 a 6 anni) o età del gioco, che termina con l’età scolare.
La terza infanzia (da 6 anni alla pubertà) o età scolare.
La pubertà è il periodo nel quale avviene lo sviluppo sessuale. Inizia a 11 – 12 anni circa e termina verso i 15-16 anni con differenze notevoli nei due sessi (più precoce nelle femmine, più tardiva nei maschi).L’adolescenza è il periodo della vita che va dalla pubertà fino al momento in cui terminal’accrescimento staturale (20 – 22 anni nel maschio, 18 – 20 nella femmina).
L’insieme di prima, seconda, terza infanzia, pubertà e adolescenza costituiscono l’età pediatrica o età evolutiva.
Il bambino è un individuo in continua evoluzione, con esigenze e bisogni estremamente complessi e diversi in relazione all’età e alle varie fasi di sviluppo: il bambino non è un uomo in miniatura, ma presenta peculiarità che derivano soprattutto dal fatto che si tratta di un organismo in continuo“divenire”.
La pediatria si occupa della cura e della prevenzione delle malattie dei bambini. La puericultura si occupa dell'allevamento del bambino; è un insieme di norme sociali ed igieniche, profilattiche e terapeutiche, per favorire lo sviluppo psicosomatico del bambino.
Crescita e sviluppo: La crescita è il processo che porta un aumento di peso e altezza del bambino, mentre lo sviluppo è l'acquisizione di forme e funzioni più complesse.                                                                                        La crescita interessa gli organi più semplici e poi quelli complessi.  La maggior crescita avviene nell'infanzia, i primi due anni e l'adolescenza. Crescita e sviluppo sono misurabili e possono essere studiati confrontando altezza, peso, arricchimento del vocabolario ecc. Caratteristiche della crescita e  dello sviluppo:
Altezza: Il neonato alla nascita è alto 50 cm circa. La crescita in altezza è dovuta alla crescita scheletrica. L'altezza è una caratteristica famigliare è va controllata e misurata durante ogni visita medica. L'altezza cresce di 25/30 cm tra la nascita e il primo anno e di 10/15 cm nel secondo anno. Durante la pubertà si ha un'accelerazione improvvisa della crescita.
Peso: il peso alla nascita è 3,250 kg circa e si triplica nel primo anno di vita. Successivamente aumenta di 1,8/2,7 kg per anno fino all'accelerazione nella pubertà. Il peso va rilevato ad ogni visita medica. Un forte aumento o diminuzione di peso va controllata.
Proporzioni corporee: le proporzioni corporee differiscono nel neonato e nell'adulto. Nel periodo fetale la testa cresce più velocemente. Nel primo anno cresce il tronco e nella fanciullezza aumenta la lunghezza delle gambe. Un'alterazione di crescita è caratteristica di alcune malattie. L'età ossea può essere determinata da una radiografia. La crescita delle ossa varia da individuo a individuo.  
Fattori che influenzano la crescita e lo sviluppo:
Ereditarietà: questa è determinata durante il concepimento attraverso i geni. (es. i figli di soggetti alti saranno a loro volta alti).
Nazionalità e razza: quando si assiste un bambino di altra nazionalità è necessario raccogliere informazioni riguardanti la lingue, le abitudini alimentari, il credo religioso ecc.
Condizioni socio-ambientali: l'ambiente prenatale influenza le condizioni di salute del bambino. Un neonato sano e forte ha maggiori capacità di adattamento. Una madre che non è in grado di provvedere al proprio figlio può comprometterne lo stato di salute.
Sesso: il neonato maschio pesa di più ed è più lungo, cresce e si sviluppa a velocità diversa con brusca accelerazione verso i 12/15 anni. La crescita in altezza si arresta intorno ai 20 anni nei maschi e verso i 18 per le femmine. Nelle femmine durante l'adolescenza si ha un aumento di altezza e peso, modificazione del seno, aumento della circonferenza pelvica, crescita dei peli pubici e di quelli ascellari, raggiungimento della statura adulta e mestruazioni. Nei maschi si avrà un aumento di altezza e peso, ingrossamento dei testicoli e del pene, comparsa dei peli pubici, ascellari, sul labbro superiore, all'inguine, sulle cosce e sull'addome, la voce cambia, eiaculazioni notturne e raggiungimento della statura adulta.
Famiglia: i cambiamenti della famiglia si riflettono sullo sviluppo del bambino che può essere cresciuto da un solo genitore, da un parente, o in istituti.
Valutazione del bambino:
Pulsazione cardiaca e respirazione: Attraverso la conta delle pulsazioni cardiache è possibile sentire il flusso sanguigno. la frequenza cardiaca e respiratoria è alta nel neonato ma diminuiscono con il passare degli anni. Gli atti respiratori si contano osservando il movimento della parete addominale. La frequenza si rileva con un minuto di osservazione poiché il respiro è irregolare. La frequenza respiratoria è misurata ugualmente nell'adulto.
Pressione sanguigna: è la pressione esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie. Ci sono vari modi per misurarla: auscultazione ( stetoscopio), palpazione e rilevazione ultrasonografica. La pressione arteriosa è più bassa nei bambini e può essere influenzata da età, sesso, farmaci ecc.
Temperatura corporea: può essere rilevata tramite un termometro all'ascella, alla bocca o nel retto (la + utilizzata). Se non seriamente ammalati si utilizza quella ascellare.
Peso e altezza: devono essere rilevati accuratamente. Il peso è necessario per valutare un miglioramento e per determinare la dose di farmaci. Pesando si osserverà anche il colore della pelle, dispnea e le condizioni delle articolazioni. L'altezza si misura mentre il bambino è sdraiato partendo dal capo ai talloni.
Circonferenza cranica: deve essere rilevata a bambini sotto i 36 mesi e bambini con danni neurologici. Si utilizza un metro posto intorno alla testa.
I fattori ormonali possono essere considerati gli “esecutori” del programma genetico, i principali sono:
1.l’ormone dell’accrescimento (GH) prodotto dall’ipofisi
2.gli ormoni tiroidei indispensabili per la crescita non solo fisica ma anche intellettuale
3.gli ormoni sessuali (estrogeni,progesterone)
Infine i fattori ambientali sono un complesso di elementi relativi all’alimentazione, alla situazione geografica e socio-economica, agli aspetti psico-affettivi, all’igiene ecc. La loro importanza è dimostrata dal fatto che un ambiente sfavorevole è in grado di ridurre persino del 40% ilpotenziale genetico di accrescimento di un organismo.
Allevamento del bambino: Insieme delle cure con cui si nutrono e si assistono i bambini. Nell’allevamento del bambino è indispensabile la conoscenza di norme di comportamento e pratiche specifiche che favoriscano una buona crescita e un sano sviluppo. Chi si prende cura del bambino deve ricordarsi di lavarsi sempre le mani sia prima di accudirlo sia dopo l’accudimento.
Igiene del corpo: la pulizia del bambino è fondamentale, soprattutto nei primi mesi di vita, quando le capacità di difesa sono ancora scarse e l’adattamento del bambino all’ambiente è alle prime fasi. L’igiene del bambino non deve essere intesa solo come l’insieme delle cure tese alla pulizia della cute, del naso, degli occhi, delle orecchie, dei capelli, ma deve essere intesa come l’insieme dei gesti, degli atti tesi al piacere e al benessere del bambino.
Come effettuare il “bagnetto” nei primi mesi di vita:
Il lattante deve essere immerso dolcemente nell’acqua: con la mano non dominante sostenerlo sotto l’ascella (di modo che pollice e indice uncinino l’ascella del piccolo) e la testa appoggiata sull’avambraccio, con la mano dominante sostenere gli arti inferiori. Dopo aver immerso il piccolo nell’acqua, la mano dominante, lasciati gli arti inferiori, servirà per lavare non solo il tronco e gli arti, ma soprattutto le pliche cutanee, gli spazi interdigitali e quelli retro auricolari, nonché la testa. Il volto deve essere lavato a parte, con acqua tiepida e senza detergente.
Particolare cura e attenzione nell’ Igiene perineale: la cute delicata del bambino può irritarsi per effetto della reazione acida dell’urina e delle feci, occorre quindi mantenere la zona asciutta e pulita. Il bambino va pulito e lavato spesso anche se il pannolino è soltanto bagnato. La cute deve essere asciugata tamponando e non sfregando. Per prevenire arrossamenti della cute è utile applicare creme o paste protettive (ossido di zinco).
Igiene del cavo orale: da quando sono presenti i primi denti, si deve praticare la pulizia dello smalto con garza asciutta, avendo cura di passarla su tutta la superficie dentale. Tale pratica va effettuata quotidianamente. Nei bambini dai 2 – 3 anni di vita in poi va incoraggiato l’uso dello spazzolino dopo ogni pasto. L’eruzione dei primi denti avviene generalmente tra il 5° e 6° mese di vita e si completa solitamente entro i due anni e mezzo. La dentizione decidua è composta da 20 denti: 8 incisivi 4 canini, 8molari.
Vestiario: il bambino deve vestire abiti semplici, pratici, comodi a tutte le età. Deve potersi muovere liberamente. In dipendenza del clima e della stagione, il buon senso deve guidare la scelta dell’abbigliamento. A contatto con la pelle sono consigliati indumenti di cotone, in quantomeno allergizzanti e più idonei alla traspirazione cutanea.
I primi passi e le scarpe: i primi passi del bambino, intorno ai 12 mesi, sono un’esperienza motoria eccezionale: le scarpe, strumento utile a proteggere il piede del bambino dalle asperità del terreno e dal freddo, non servono a favorire la deambulazione, né a far camminare meglio il bambino.
Sviluppo delle capacità motorie, linguistiche e relazionali durante i primi 15 mesi di vita
Età Motricità Linguaggio Modalità relazionali1 -2 mesi: Solleva il capo da prono di circa 45°Ascolta voci e suoni;vocalizza in risposta al vezzeggiamento verbale Sorride al volto umano. Accetta varie modalità consolatorie(contatto corporeo,voce,essere cullato). Guarda esegue il volto umano con interesse. Periodi più lunghi di veglia tranquilla.
3-4 mesi:Buon sostegno del capo. Può tenere in mano oggetti offerti e li porta alla bocca, produce suoni gutturali prolungati e gioca con i suoni, ride al vezzeggiamento; riconosce situazioni sperimentate abitualmente (cibo,uscita, pulizia). Ha interesse per gli oggetti offerti che può tenere in mano
6 – 7 mesi: Rotola, sta seduto da solo, Si sposta da prono e può afferrare oggetti con una mano sostenendosi sull’ altra. Pronuncia alcune sillabe labiali identificabili e può ripeterle. Chiaro attaccamento al partner adulto. Piange e protesta se lasciato. Può essere consolato sostituendo oggetti o persone. Inizia atteggiamento differenziato all’estraneo.
9 – 10 mesi:Gattona, si alza in piedi con rotazione e d’appoggio. Pronuncia e può ripetere bisillabi, Comportamento ben differenziato con familiari ed estranei. Imitazione gestuale(ciao-ciao, batte le manine, smorfie). Chiara reazione all’estraneo.
12 - 15 mesi: Deambulazione autonoma, Pronuncia alcune parole. Comprende il“no”.Si oppone alle limitazioni di esperienze. Può giocare da solo per un po’. Inizia lo scambio con i coetanei.
Allevamento del bambino.
Insieme delle cure con cui si nutrono e si assistono i bambini.
Nell’allevamento del bambino è indispensabile la conoscenza di norme di comportamento e pratiche specifiche che favoriscano una buona crescita e un sano sviluppo.
Chi si prende cura del bambino deve ricordarsi di lavarsi sempre le mani sia prima di accudirlo sia dopo l’accudimento.
Igiene del corpo: la pulizia del bambino è fondamentale, soprattutto nei primi mesi di vita, quando le capacità di difesa sono ancora scarse e l’adattamento del bambino all’ambiente è alle prime fasi. L’igiene del bambino non deve essere intesa solo come l’insieme delle cure tese alla pulizia della cute, del naso, degli occhi, delle orecchie, dei capelli, ma deve essere intesa come l’insieme dei gesti, degli atti tesi al piacere e al benessere del bambino.
Come effettuare il “bagnetto” nei primi mesi di vita.
Il lattante deve essere immerso dolcemente nell’acqua: con la mano non dominante sostenerlo sotto l’ascella (di modo che pollice e indice uncinino l’ascella del piccolo) e la testa appoggiata sull’avambraccio, con la mano dominante sostenere gli arti inferiori. Dopo aver immerso il piccolo nell’acqua, la mano dominante, lasciati gli arti inferiori, servirà per lavare non solo il tronco e gli arti, ma soprattutto le pliche cutanee, gli spazi interdigitali e quelli retro auricolari, nonché la testa. Il volto deve essere lavato a parte, con acqua tiepida e senza detergente.
Particolare cura e attenzione nell’igiene perineale: la cute delicata del bambino può irritarsi per effetto della reazione acida dell’urina e delle feci, occorre quindi mantenere la zona asciutta e pulita. Il bambino va pulito e lavato spesso anche se il pannolino è soltanto bagnato.
La cute deve essere asciugata tamponando e non sfregando. Per prevenire arrossamenti della cute è utile applicare creme o paste protettive (ossido di zinco).
Igiene del cavo orale: da quando sono presenti i primi denti, si deve praticare la pulizia dello smalto con garza asciutta, avendo cura di passarla su tutta la superficie dentale. Tale pratica va effettuata quotidianamente. Nei bambini dai 2 – 3 anni di vita in poi va incoraggiato l’uso dello spazzolino dopo ogni pasto.
L’eruzione dei primi denti avviene generalmente tra il 5° e 6° mese di vita e si completa solitamente entro i due anni e mezzo. La dentizione decidua è composta da 20 denti: 8 incisivi 4 canini, 8molari.
Vestiario: il bambino deve vestire abiti semplici, pratici, comodi a tutte le età. Deve potersi muovere liberamente. In dipendenza del clima e della stagione, il buon senso deve guidare la scelta dell’abbigliamento. A contatto con la pelle sono consigliati indumenti di cotone, in quantomeno allergizzanti e più idonei alla traspirazione cutanea.
I primi passi e le scarpe: i primi passi del bambino, intorno ai 12 mesi, sono un’esperienza motoria eccezionale: le scarpe, strumento utile a proteggere il piede del bambino dalle asperità del terreno e dal freddo, non servono a favorire la deambulazione, né a far camminare meglio il bambino.
L’ambiente: è quello spazio fisico e sociale dove il bambino vive, cresce, impara a mettersi in relazione con gli altri. Dal punto di vista strettamente fisico l’ambiente che accoglie un bambino deve essere salutare e igienico. Deve avere le seguenti caratteristiche: una temperatura di circa 20 – 22C°; una percentuale di umidità relativa intorno al 50 – 60%; negli ambienti troppo secchi è utile rendere più umida l’aria con umidificatori, soprattutto nei mesi invernali; l’aria condizionata è senza dubbio molto utile e può essere usata tranquillamente.
L’arredamento della stanza di un bambino deve essere facilmente lavabile, sia per quanto riguarda il pavimento che per il mobilio, è opportuno evitare troppi soprammobili o troppi oggetti di peluche, che trattengono la polvere e possono essere fonte di allergia per bambini predisposti; i luoghi affollati vanno evitati, soprattutto nei primi mesi di vita, il rischio di trasmettere infezioni,specie di tipo respiratorio, è legato proprio agli stretti contatti interpersonali.
Il fumo passivo è molto dannoso per la salute del bambino: è indispensabile evitare in modo assoluto che si fumi nell’ambiente dove soggiorna un bambino, anche in sua assenza poiché il fumo e le ceneri rimangono a lungo nel locale; la passeggiata all’ aria aperta è una buona regola che permette al bambino piccolo, di poche settimane, di ricevere stimolazioni visive, sonore,ambientali diverse.
Il gioco per il bambino è un mezzo di conoscenza, di esplorazione del mondo circostante, è il sistema di comunicazione con i coetanei e con gli adulti; dopo il primo anno di vita per il bambino il gioco è anche movimento, corsa, salti: tutte attività eseguibili all’aria aperte o in spazi idonei,anche al chiuso; sono da preferirsi giocattoli con colori vivaci, facilmente lavabili, di formato adeguato per essere maneggiati, ma non così piccoli da essere ingeriti o provocare soffocamento;devono essere scelti in relazione all’età del bambino.
Prima dei 6 mesi: giocattoli utili alla manipolazione di dimensioni e peso sufficienti ad essere tenuti in mano, per essere assaggiati dal lattante, sonori per stimolare gli organi sensoriali.
Da 6 a 24 mesi: giocattoli tipo costruzioni per stimolare la creatività e per la coordinazione dei movimenti più fini.
Da 2 anni in poi: tricicli e oggetti mobili di diversa fattura spingono il bambino al movimento; palloni, bocce, birilli, lo stimolano al gioco di squadra; strumenti musicali sviluppano il senso armonico vocale e uditivo; il disegno stimola la creatività.
Il gioco è importante per lo sviluppo fisico, emotivo e sociale del bambino.
Dietologia e alimentazione nella prima infanzia
La dietologia è la branca della medicina che studia la composizione e l’equilibrio degli alimenti per scopi terapeutici. La dieta nella prima infanzia rappresenta uno degli aspetti fondamentali dello sviluppo del bambino: l’impostazione di una corretta alimentazione è determinante per lo stato di benessere e di salute. L’alimentazione è, dunque, uno dei fattori che incidono maggiormente sull’accrescimento ,sullo sviluppo fisico e mentale, sul rendimento individuale. L’alimentazione rappresenta una necessità vitale: attraverso gli alimenti viene fornita l’energia indispensabile per il funzionamento del nostro corpo. L’energia si misura in calorie.
Con il temine “caloria” in campo biologico o nutrizionale (chilocaloria, Cal o Kcal), si esprime l’unità di misura dell’energia contenuta in un alimento o utilizzata dall’organismo. Viene comunemente definita come la quantità di calore necessaria ad elevare di 1° C, da 14,5 a 15,5°C, la temperatura di 1 Kg d’acqua alla pressione di 1 atmosfera.
Le calorie, in sintesi, esprimono il valore energetico che gli alimenti possono avere per il nostro organismo. Questa energia viene utilizzata dal nostro corpo in diversi modi:
• per mantenere le funzioni vitali come la respirazione, la temperatura corporea, il battito cardiaco…
• per l’accrescimento
• per svolgere altre attività volontarie come muoversi, lavorare, fare sport….
I componenti fondamentali degli alimenti sono:
• carboidrati: forniscono circa 4 chilocalorie al grammo. Sono contenuti principalmente in pasta, pane, patate, riso, farina, ecc, (carboidrati complessi) e zuccheri (saccarosio,fruttosio, lattosio – carboidrati semplici); hanno funzione energetica
• grassi: forniscono circa 9 chilocalorie al grammo. Sono contenuti principalmente in olio,burro, salumi, panna e nei formaggi; hanno funzione energetica
• proteine: forniscono circa 4 chilocalorie al grammo. Si distinguono in: nobili, di origine animale (carne, pesce, uova, latte e derivati), non nobili di origine vegetale (legumi)
• vitamine e sali minerali: contenuti principalmente in frutta e verdura.
Carboidrati, grassi e proteine rappresentano i principi nutritivi (o nutrienti) calorici. Vitamine, sali minerali, acqua e fibre rappresentano i nutrienti non calorici.
È importante pertanto, conoscere sia i nutrienti che devono essere presenti nell’alimentazione,sia conoscere la quantità di ciascuno di essi che deve essere introdotta in relazione alle diverse età e alle condizioni fisiologiche (gravidanza, accrescimento, allattamento, etc.).
E’ evidente quindi, che il fabbisogno energetico individuale dipende da diversi fattori come il sesso, l’età, la massa corporea, l’attività fisica e da eventuali condizioni particolari come la gravidanza e l’allattamento. La quantità minima di energia per mantenere le funzioni vitali viene definita Metabolismo Basale. A partire da questo valore minimo, è possibile calcolare il fabbisogno calorico(o energetico) giornaliero.
Proporzionalmente al peso, il bambino ha un maggior fabbisogno energetico rispetto all’adulto:infatti mentre un adulto deve assumere giornalmente con gli alimenti 40 kcal per ogni kg di peso corporeo, un bambino tra i 5 e i 10 anni ne deve assumere almeno il doppio ed un neonato pressoché il triplo.
Le calorie, come già detto, misurano l’energia del cibo, ma il nostro corpo ha bisogno anche di una ben definita quantità e varietà di nutrienti per poter crescere, compiere tutte le attività metaboliche che gli sono necessarie, per mantenersi in salute. Ne consegue che una sana e bilanciata dieta alimentare deve necessariamente tener conto sia del contenuto calorico del cibo che dei nutrienti raccomandati.
In Italia la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha pubblicato nel 1976 i primi LARN cioè i livelli di assunzione giornaliera raccomandati di nutrienti e di energia, revisionati nel 1985 e successivamente nel 1996.I LARN si riferiscono agli apporti raccomandati di energia e nutrienti in funzione della stima dei relativi bisogni a livelli di sicurezza, tenendo conto di specifiche condizioni di età, sesso, attività fisica, ecc. Il presupposto di una dieta equilibrata è strettamente legato all’adeguatezza dell’apporto energetico. Il calcolo dei fabbisogni energetici viene definito, per i LARN, sulla base di stime del dispendio energetico solo per la fascia di età superiore ai dieci anni. Al di sotto di questa età non esiste una documentazione scientifica sufficiente sulla quale basare la stima del dispendio energetico; quindi la stima dei fabbisogni tra zero e dieci anni è ottenuta ancora su dati di assunzione di energia. Nelle tabelle desunte dai LARN, i valori di fabbisogno energetico sono riportati in range che hanno valore indicativo per la disomogeneità della popolazione in oggetto.
L’alimento ideale nei primi mesi di vita del bambino è il latte materno: contiene tutte le sostanze necessarie per la crescita, è il cibo più digeribile, difende il neonato dalle infezioni, aiuta a prevenire l’anemia da mancanza di ferro e il rachitismo, aiuta a proteggere il bambino dalle allergie, ha sempre la giusta temperatura, è economico. Ciò nonostante c’è da dire che vi è una scarsa promozione dell’allattamento materno, determinata da: difficoltà degli operatori sanitari a sostenere la donna che allatta, scarsa considerazione, nelle scuole di formazione, di addestramento pratico sul modo di porsi nei confronti di una donna che allatta, massiccia promozione di forme alternative di allattamento, medicalizzazione del periodo perinatale.
Il latte prodotto nei primi giorni dopo il parto si chiama colostro (1°-5° giorno) e costituisce il primo alimento del neonato: è molto nutriente per il suo alto contenuto di proteine, minerali e anticorpi;inoltre, ha un’azione lassativa che favorisce l’eliminazione del meconio. Il colostro ha un colorito giallastro ed è prodotto in quantità piuttosto scarsa, successivamente avviene la montata lattea (in terza – quarta giornata), ossia un’abbondante produzione di latte, che viene definito latte di transizione (sino al 10° giorno) caratterizzato da una graduale diminuzione del contenuto di proteine e di minerali e da un aumento di carboidrati e di lipidi. Il latte che si produce successivamente si chiama
latte maturo ed è ricco di lattosio.
Per il bambino il contatto con la madre durante l’allattamento non significa solo nutrimento, ma è anche fonte di grande piacere; è un contatto che lo sazia e gli trasmette sensazioni, e Alimentazione “artificiale”.
Qualora l’allattamento materno non sia possibile, l’alternativa è rappresentata da latte adattati,cioè da latte derivati dal latte di mucca ma modificati in maniera tale da renderne la composizione il più vicino possibile a quella del latte materno. Il latte vaccino non è adatto per l’alimentazione del bambino nei primi mesi di vita. La sua composizione, molto diversa da quella del latte di donna, causa disturbi nutrizionali e digestivi. Infatti il latte vaccino è più ricco di proteine e di minerali, mentre è povero di lattosio e vitamine e i lipidi sono qualitativamente diversi. Per il neonato allattato artificialmente, normalmente viene stabilita una frequenza giornaliera di una poppata ogni 3ore – 3ore e mezzo (6 – 7 poppate al giorno).A partire dal 2° mese, la frequenza delle poppate è ogni 4 ore, per un totale di 5 poppate. La sua razione alimentare è valutata in base al fabbisogno calorico che corrisponde a 110 calorie per ogni kg di peso. Considerando che nel latte umano vi sono 70 calorie/100 ml, il neonato quindi, dovrebbe assumere 150 ml di latte per ogni kg di peso. In pratica, basta moltiplicare il peso del bambino per 150: un neonato che pesa 3 Kg dovrà ingerire all’incirca 450 grammi di latte al giorno(tale valutazione viene effettuata dopo il 7° giorno di vita del neonato).mozioni,affetto.
La cura e l’attenzione di chi prepara il biberon sono norme essenziali: le infezioni del bambino allattato artificialmente possono essere causate anche dalla scarsa igiene nella preparazione del latte. Prima di ogni manipolazione bisogna sempre lavarsi accuratamente le mani. Le norme igieniche per gli oggetti che servono per l’allattamento artificiale richiedono il lavaggio e la sterilizzazione (a caldo – mediante bollitura, a freddo – mediante metodo chimico).È consigliabile preparare il biberon ad ogni pasto: le procedure da compiere sono diverse a seconda del tipo di latte utilizzato.
In ogni caso, prima di somministrare il biberon, è indispensabile controllare la temperatura del latte facendo cadere qualche goccia di latte sul dorso della mano e sentire che è tiepida.
Per il latte in forma liquida si versa nel biberon già sterilizzato la quantità di latte necessaria e si riscalda a bagnomaria, fino alla temperatura di 37°C. È necessario conservare la confezione del latte in frigo, dopo che è stata aperta e consumare il latte seguendo le indicazioni riportate sulla confezione (generalmente 24 – 48 ore).
Per il latte in povere la procedura è completamente diversa poiché, il latte in polvere non è un prodotto sterile. Vi sono prove inconfutabili di contaminazione intrinseca, cioè avvenuta durante la fabbricazione del prodotto e prima che la confezione sia aperta, con batteri potenzialmente pericolosi(EnterobacterSakazakii). Vi è anche la possibilità di una contaminazione estrinseca durante la manipolazione e la conservazione del prodotto.
Per ottenere una temperatura superiore o uguale a 70C° (a questa temperatura vengono uccisi eventuali batteri presenti nelle polvere) è opportuno portare l’acqua ad ebollizione,coprire con un coperchio e attendere non più di 30 minuti per utilizzarla.
• Mettere nel biberon sterilizzato la quantità d’acqua necessaria per sciogliere la polvere.
• Aggiungere gli esatti misurini di polvere previsti sulla confezione (in genere 1 misurino in 30ml d’acqua)
• Agitare bene il contenuto del biberon
• Raffreddare rapidamente il latte mettendo il biberon sotto il getto d’acqua fredda
• Somministrare il latte subito dopo la preparazione
• Il latte preparato e non utilizzato deve essere buttato entro 2 ore
• Le confezioni “aperte” di latte in polvere devono essere ben chiuse e conservate in frigorifero per il tempo indicato sulla confezione (generalmente 1 mese)
In tal modo potrà essere garantita una sicura preparazione e somministrazione del latte ricostituito.
DIVEZZAMENTO
Per divezzamento o svezzamento si intende il passaggio da un regime alimentare esclusivamente a base di latte (materno o artificiale) ad uno misto, in cui vengono somministrati al bambino, oltre al latte, alimenti solidi o semisolidi. Il divezzamento rappresenta un momento delicato, di transizione, in cui il bambino sperimenta cibi con sapore e consistenza diversi dal latte e impara l’uso del cucchiaino; esso è quindi importante non solo dal punto di vista alimentare, ma anche per lo sviluppo psichico e sensoriale del bambino. Lo svezzamento avviene generalmente intorno al sesto mese di vita per i seguenti motivi:
nutrizionali: il latte (materno o artificiale) non è più adeguato, da solo, a soddisfare l’aumentato fabbisogno calorico, proteico, di minerali (ferro, etc.) del bambino;
digestivi e funzionali.
Infatti in questo periodo si verifica: una maturazione della digestione e dell’assorbimento da parte dell’apparato gastrointestinale; un adattamento della funzione del rene ad un aumentato carico di lavoro; un perfezionamento del sistema di difesa immunitaria della mucosa intestinale, in grado di proteggere il lattante verso proteine estranee; il bambino riesce a mantenere il capo eretto e soprattutto riesce a deglutire più facilmente anche alimenti densi.
Alimenti per lo svezzamento vengono utilizzati: cereali, carne, pesce, frutta verdura, formaggi e yogurt, uovo e olio.
• I cereali (grano o frumento, riso, orzo, avena,etc.) contengono proteine vegetali e amidi
• La carne fornisce proteine, minerali (in particolare ferro) e vitamine del gruppo B
Il pesce rappresenta una buona fonte proteica, lipidica e di minerali (calcio e fosforo)
La frutta e la verdura forniscono vitamine, minerali e fibra alimentare
• I formaggi sono un’importante fonte di proteine (il parmigiano ne è quello più ricco) e di calcio.
• Lo yogurt si caratterizza per l’alta digeribilità
• L’uovo è ricco di lipidi, di proteine, di minerali (ferro, fosforo, calcio) e di vitamine (A,D complesso B)
• L’ olio extravergine di oliva.
I cereali , ad eccezione del riso, non devono essere somministrati prima del 6° mese, poiché contengono glutine e in bambini geneticamente predisposti,possono causare danni alla mucosa intestinale. Il sale non deve essere aggiunto nel 1° anno di vita: per il bambino è sufficiente il sale contenuto normalmente negli alimenti; inoltre, l’acquisizione di un gusto salato nell’infanzia può condizionare le scelte alimentari in età adulta, favorendo così l’insorgenza di ipertensione arteriosa nei soggetti predisposti. Lo zucchero deve essere usato con molta prudenza per non abituare il bambino ad alimenti dolci,che oltre a favorire l’insorgenza delle carie, può favorire l’insorgenza del diabete, nell’adulto predisposto. Quando inizia la fase dello svezzamento è necessario:
• che il bambino non sia ammalato, ma in buona salute
• non imporre, ma proporre al bambino i nuovi alimenti; se rifiuta con decisione non bisogna insistere, ma sospendere e riprovare dopo qualche giorno
• inserire un nuovo alimento alla volta ,valutandone l’accettabilità e la tolleranza
• aumentare gradatamente le dosi
• variare gli alimenti, per educare il bambino ai diversi gusti e per fornirgli tutti i principi nutritivi dei vari cibi.
Vi sono due tendenze per l’introduzione degli alimenti diversi dal latte:iniziare con pappa dolce a base di farina lattea senza glutine o latte integrato con crema di riso, o direttamente con pappa salata. La pappa si prepara con 200 – 250 gr di brodo vegetale (ottenuto facendo bollire per 2 ore in 1 litro d’acqua una patata, una carota, una zucchina e un pugno di lattuga), 3 – 4 cucchiai di semolino di riso, 1 cucchiaino di olio extra vergine di oliva, 1 – 2 cucchiaini di parmigiano e infine 30 gr di carne.
Generalmente si inizia con la somministrazione della pappa a mezzogiorno e, dopo un mese circa,anche a cena.
Alimentazione dopo il 1° anno di vita
L’alimentazione dopo il 1° anno di vita richiede indicazioni meno rigide e controllate, in quanto il bambino, in condizioni di normalità, è in grado di adeguare l’introduzione del cibo in base alle proprie necessità.
Ai bambini bisognerebbe permettere di alimentarsi autonomamente appena sembrano fisicamente in grado di farlo, di solito dopo i 12 mesi sono in grado di tenere il cucchiaio in mano e di dirigerlo alla bocca. Spesso, però si inibisce questo importante processo di apprendimento a causa del disordine che crea, ma è un importante aspetto dello sviluppo generale del bambino e va incoraggiato. Entro la fine del secondo anno di vita, i bambini dovrebbero essere ampiamente responsabili per mangiare da soli. Tuttavia, a causa del rischio di aspirazione abbastanza elevato fino a quattro anni circa, ai bambini più piccoli non andrebbero dati alimenti che possano essere facilmente aspirati (chicchi d’uva, noccioline, formaggio, carne) senza la presenza di un adulto responsabile. Gli alimenti necessari a ricoprire i fabbisogni calorici e nutrizionali devono essere suddivisi in 4pasti giornalieri da apportare ciascuno le seguenti quote caloriche: prima colazione 25%pranzo 35 – 40%merenda 10 – 15%cena 25 – 30%
La prima colazione deve essere nutriente ed equilibrata. La famiglia dovrebbe riunirsi a tavola,consumando la prima colazione con calma in modo da dare l’esempio al bambino. Dopo l’anno di vita i bambini possono assumere latte vaccino fresco con qualche biscotto o fette biscottate o pane. La merenda mattutina e/o pomeridiana rappresenta il momento più adatto a offrire frutta fresca a pezzetti. Sono da evitare merendine, snacks dolci o salati in quanto ricchi di zuccheri semplici e grassi. La merenda pomeridiana può essere composta da latte con cereali o frullato di latte e frutta o yogurt. Il pranzo e la cena devono prevedere generalmente, il primo piatto alternando piatti asciutti con piatti in brodo o passati di verdure. Il formato della pastina sarà sempre più simile a quello dell’adulto. In questo periodo si comincerà la separazione delle portate, distinguendo il primo piatto e affiancando alla carne o al pesce le verdure. Una corretta dieta alimentare nella prima infanzia è indispensabile per prevenire disturbi nutrizionali, come l’obesità infantile, sempre più frequente nei paesi occidentali. Secondo l’OMS nel mondo vi sono 42 milioni di bambini in sovrappeso e in Italia, da una recente indagine , risulta che lo è un bambino su cinque. Per obesità s’intende un eccesso di accumulo di grasso corporeo che si verifica quando l’apporto calorico eccede il dispendio energetico. Un bambino si definisce obeso quando il peso è superiore al 20% del peso ideale per la sua altezza,oppure con un BMI (Body Mass Index = Indice di Massa Corporea) superiore a quello previsto (per calcolare il BMI si divide il peso espresso in kg per il valore dell’altezza in metri elevato al quadrato)Tra le cause principali dell’obesità infantile vi è quella nutrizionale, cioè legata a squilibri quali-quantitativi dell’alimentazione, a cui segue la sedentarietà e i fattori genetici (se un bambino nasce da un genitore obeso avrà il 40% di probabilità di diventare obeso lui stesso).
Il comportamento alimentare dell’individuo si delinea durante la prima infanzia e spesso si conserva per la vita. È perciò necessario che le abitudini acquisite siano dettate dalle regole di una corretta educazione alimentare. Genitori ed educatori di asili nido devono cooperare per proporre corrette abitudini alimentari. La corretta alimentazione del bambino è fondamentale non solo per lo sviluppo psicofisico, ma anche per la sua salute futura. E’ fondamentale, quindi, favorire l’adozione di sani comportamenti alimentari in età precoce, quando il bambino è più recettivo. La famiglia e l’asilo nido rivestono in questo un ruolo fondamentale nel percorso educativo:mangiare in un contesto sociale più ampio di quello familiare è un’esperienza che favorisce il consumo, o almeno l’assaggio, di cibi che altrimenti non verrebbero accettati. La ristorazione al nido assume quindi un’importanza notevole per migliorare progressivamente le scelte alimentari del bambino e offrire un orientamento per i genitori.




DISPLASIA CONGENITA DELL'ANCA:
E' l'alterazione dell'apparato scheletrico più frequente nel primo anno di vita. Si tratta di alterazioni dei rapporti della forma e della funzione dei componenti dell'anca: la testa del femore e l'acetabolo. Per lussazione congenita dell'anca si intende una perdita dei normali rapporti tra testa del femore e acetabolo dovuta ad anomalie. Queste anomalie prime che il bambino inizi a stare in posizione eretta si chiamano pre - lussazione; si hanno i presupposti perché l'anca si lussi verificandosi quando il bambino camminerà. Importante è la diagnosi precoce nei primi mesi. Una pre - lussazione nei primi mesi si risolve brevemente con la guarigione mentre, se avviene dopo il primo anno si ricorrerà ad interventi terapeutici impegnativi e prolungati. Le cause sono legate a fattori ereditari e ambientali: malformazione dell'anca, lassità dell'articolazione, posizione fetale podalica e razza.
Sintomi: è individuabile durante una visita di controllo del bambino nei primi mesi. Uno dei segni fondamentali è la limitata abduzione della gamba dal lato colpito. In posizione prona si nota un'anca più alta dell'altra. Verso le 4 settimane di vita il medico può sentire la testa del femore scivolare nell'acetabolo esercitando pressione, manovra chiamata segno dello scatto di Ortolani che può dare diagnosi certa. Certezza danno anche l'ecografia e la radiografia del bacino.
3 segni caratteristici: i 3 segni caratteristici di DCA sono pieghe cutanee delle cosce e dei glutei asimmetrici, abduzione limitata del lato leso e altezza delle ginocchia disuguali.
Trattamento: consiste nel posizionare le anche in divaricazione, attività preventiva da effettuare anche solo se presente il sospetto. Se si ha la diagnosi nei primi mesi si possono usare speciali pannolini sagomati o divaricatori ortopedici. Gli esiti del trattamento sono in rapporto alla precocità della cura, alla corretta esecuzione e al danno iniziale. La guarigione può avvenire in ¾ mesi fino a un anno. Al 18esimo mese è bene fare una bilancio per verificare la guarigione completa, la persistenza del danno anatomico e un'evoluzione verso la lussazione. Questi problemi devono essere trattati opportunamente perché possono essere pericolo di lussazione. La terapia ha lo scopo di prevenire le artrosi dell'anca. Nei casi severi si interverrà chirurgicamente.

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