domenica 22 gennaio 2017

geriatria egerontologia


GERIATRIA EGERONTOLOGIA

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L’invecchiamento è l’insieme dei cambiamenti fisici e psicologici, non legati alla malattia che si
osservano nel tempo. Si tratta di un fenomeno progressivo, irreversibile, comune a tutti i membri di
una specie che comporta una riduzione della capacità di adattamento e di mantenimento
dell’equilibrio omeostatico e che comporta la morte dell’individuo
Nell’anziano la paura di dormire è una similitudine della morte.
Nell’ambito biologico questo concetto è chiamato LONGEVITA’ e rappresenta il programma
genetico specifico per ogni specie può vivere un certo n° d’anni. Ogni specie vivente ha un codice
genetico che stabilisce la durata della vita (es. alcune farfalle vivono poche ore mentre alcune
tartarughe o alcune spugne possono vivere anche per più di 100 anni). Con gli anni molte funzioni
vitali quali l’attività muscolare, cardiovascolare, respiratoria, nervosa e altre tendono a modificarsi.
Non sempre però si osserva una perdita anzi sempre più spesso si osserva un invecchiamento di
successo in cui molte performance possono rimanere su livelli fisiologici assolutamente normali.
Con l’invecchiamento però aumenta la probabilità di insorgenza di malattie soprattutto croniche che
spesso costituiscono la causa di disabilità o di morte
Da un punto di vista culturale questo concetto viene chiamato “AGEISMO” (da  Age che in inglese
significa età) cioè tutto ciò che riguarda gli anziani.
La vecchiaia della persona.
Ogni persona è diversa e ognuno condiziona la propria vita con quello che è, con ciò che ha fatto, con
il come ha vissuto, con quali abitudini con le influenze dell’ambiente in cui ha vissuto. Spesso una
delle caratteristiche più singolari dell’invecchiamento è l’estrema contraddizione dei comportamenti
che ciascuno di noi può presentare: nel senso che siamo una cosa, ma possiamo essere anche la cosa
opposta.

Siamo esseri tecnologici, ma ci accorgiamo che oltre alle tecnologie dobbiamo dare una finalità a tutti
i nostri gesti.
Il motivo che porta all’invecchiamento può essere riassunto in due principali teorie:
1)
l’accumulo di errori soprattutto a livello del DNA (Teoria stocastica)
2)
Una senescenza programmata (Teoria genetica).
L’invecchiamento è certamente geneticamente correlato soprattutto per quanto riguarda la durata della
vita. I fattori ambientali condizionano e influenzano i fattori genetici. Ogni specie ha un proprio
specifico limite di sopravvivenza. Le possibili cause delle differenze individuali dell’invecchiamento
umano possono essere schematicamente suddivise in quattro categorie :
b)
cause genetiche
c)
cattivo uso di una funzione durante la crescita o l’età adulta (ad esempio la mancanza della
attività fisica)
d)
la presenza di fattori di rischio come diete ipercaloriche, fumo, alcool, stress ecc.)
e)
le malattie fisiche degenerative e cerebrali che possono accelerare l’invecchiamento.
Un ulteriore elemento di controllo della vecchiaia è legato al contesto sociale e relazionale in cui si
svolge la vita di una persona anziana. Importante in tal senso è la solitudine, la consapevolezza della
possibile morte, la riduzione dei rapporti importanti come quelli con i figli, con gli amici.
Alcuni studi usano come indicatori di riduzione dell’ aspettativa di vita la povertà e la solitudine. Altri
studi utilizzano il concetto di “capitale sociale” per sottolineare, con un termine economico, quella
ricchezza per la vita che è costituita dalla capacità delle relazioni, di riuscire a stabilire comunicazioni
con gli altri, riuscire a mantenere contatti costruttivi, situazioni ed esperienze comunitarie. La
negazione assoluta del concetto di comunità, è ad esempio la casa di riposo, come è oggi organizzata.
Alcuni studi dicono che nel momento dell’accesso in una “casa di riposo”, l’aspettativa di vita si
riduce di  5 anni anche senza malattia. Altri studi mettono in evidenza come, da un punto di vista del
vissuto sociale, il massimo delle esperienze di solidarietà sono state vissute negli anni ‘60 mentre il
nuovo millennio può essere paragonato alla tipologia della società degli anni ’40
anni caratterizzati da
una significativa riduzione della attenzione sociale. Indicatori di ciò sono il calo dei votanti alle


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elezioni, il fallimento di piccole imprese, la difficoltà a ricevere persone in casa, la scarsa
frequentazione delle parrocchie. Le iniziative sociali ridotte, il corrispettivo di questi indicatori sociali
studiati è che si riduce il rendimento scolastico, si entra nel mondo del lavoro,, non per merito ma per
raccomandazione, si diffonde una scarsa professionalità, e tutte queste conseguenze vengono messe in
relazione alla cattiva qualità di vita degli anziani che sono tenuti in disparte. Sentirsi padroni della
propria vita significa avere la consapevolezza che si è importanti per qualcuno, che non si è soli
veramente, sentire che la propria vita ha un senso si percepisce il benessere come bene essere cioè
stare bene per quello che noi siamo.
Il concetto di longevità è un patrimonio che dipende da vari fattori, non solo genetici, dipende dal
nostro contesto sociale, familiare, condizioni economiche, dalla nostra cultura. I giovani oggi vengono
staccati da valori, quali l’amicizia, lealtà onestà e quando si parla di anziani bisogna rimettere  al
centro questi concetti, questo è il punto di partenza, non esistono modelli che scendono dall’alto,
bisogna contestualizzarli nel
di  società in cui dobbiamo muoverci.
COMORBILITA’
La comorbilità è definita come la presenza concomitante di 2 o più malattie nello stesso soggetto ed è
una caratteristica clinica del soggetto anziano.  L’età avanzata, nella maggioranza dei soggetti con più
di 65 anni, è caratterizzata dalla coesistenza nello stesso individuo di multiple patologie legate
all’invecchiamento, fenomeno legato per di più ad un aumento età correlato delle patologie croniche.
È stato dimostrato, infatti, che la maggioranza delle persone tra 65 e 79 anni presenta 4,9 malattie,
mentre i soggetti con più di 80 anni il numero delle patologie è 5,4.  Il problema diventa ancor più
rilevante, poiché i trials clinici praticati su queste popolazioni tendono spesso ad escludere i pazienti
con patologie concomitanti con evidenti difficoltà di rappresentatività e di estrapolazione dei risultati
osservati. In donne anziane istituzionalizzate con tumore della mammella la comorbilità ha un effetto
significativo sulla mortalità negli stadi poco evoluti della malattia tumorale: questo effetto esiste lo
stesso, ma in maniera meno netta, agli stadi avanzati della malattia. Risultati simili sono stati ottenuti
dagli studi condotti sulla sopravvivenza dei pazienti anziani affetti da malattie croniche degenerative.
La comorbilità, inoltre, è legata alla durata maggiore dell’ospedalizzazione , alla ri-ospedalizzazione
dei pazienti a breve e lungo termine, alla comparsa di complicanze  ed alla scarsa qualità della vita del
paziente anziano. Infine, la comorbilità incrementa il rischio di mortalità e di disabilità ben oltre a
quello osservabile in una singola specifica malattia . In particolare l’associazione di particolari
malattie croniche nel paziente anziano, quali la cardiopatia organica e l’osteoartrosi aumentano il
rischio relativo di disabilità di 13,6 volte, rispetto ad un rischio isolato di 4,4 per l’osteoartrosi e 2,3
per la cardiopatia organica
Che cosa significa avere una malattia cronica ?
•E’una malattia inguaribile con deviazione dalla normalità, caratterizzata da:
•permanenza nel tempo,
•disabilità residua,
•necessità di supervisione sanitaria e di riabilitazione
•interpretazione/vissuto personale della malattia.
DISABILITA’
Difficoltàa svolgere le attività della vita quotidiana normali per età, sesso e ruolo sociale: è la “via
finale comune di tutte le fragilità e patologie.
Circa il 20% degli anziani è permanentemente disabile, circa il 30% ha limitazioni motorie, il 7-8% è
affetto da demenza grave, il 20-33% ha deficit di vista o udito.
Le donne, le minoranze etniche e le persone di basso livello socio-economico sono i gruppi di
popolazione a rischio particolarmente elevato di disabilità.
FRAGILITA’


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Sindrome biofisiologica caratterizzata dalla progressiva riduzione della riserva omeostatica a livello di
ogni organo-sistema associata all’invecchiamento.
Questa riduzione, disomogenea e non necessariamente irreversibile, rende l’organismo anziano più
vulnerabile allo stress causato da situazioni patogene, aumentando il rischio di cattivi esiti.
Il concetto di FRAGILITA’ (Frailty) si riferisce al soggetto più debole quello cioè che con più facilità
va incontro ad una perdita dell’autosufficienza.
Una volta il livello della fragilità veniva messo in relazione ai livelli di cognitività, di autonomia
fisica, oppure al controllo neurologico di alcune funzioni di performance fisiche, in un'altra fase si
parlò di sindromi geriatriche, (una tipica sindrome geriatria è quella dell’immobilità) oppure il
concetto di fragilità veniva messo in rapporto alla demenza.
Negli ultimi anni si è messa in relazione  con la massa muscolare, le funzioni che caratterizzano il
soggetto, è  possibile compiere queste funzioni di vita quotidiana se si ha una massa muscolare, una
forza muscolare che sostengono tali movimenti.
E’ comunque riconducibile alla forza muscolare e alla compromissione della forza muscolare.
Il concetto di fragilità deve essere messo in rapporto anche ad altre variabili, quali la comorbilità,
quali la perdita di almeno una ADL.
Arriviamo quindi ad intendere per disabilità = l’incapacità fisica e/o cognitiva a svolgere le attività di
vita quotidiana, considerando quelle più importanti per la qualità di vita.
Questo ci permette di cominciare a definire degli outcome =(obiettivi) che non possono essere la
guarigione, ma prevenire la disabilità.
Obiettivo importante potrebbe essere il miglioramento dell’energia motoria.
IADL = ISTRUMENTAL ACTIVITTY DAILY LIVING ( riguarda l’uso degli strumenti quotidiani
di vita, quali telefono, soldi, mezzi di trasporto, medicinali ecc.) sono otto aree.
Esiste una gerarchia delle ADL cioè si perdono prima alcune rispetto ad altre poiché dipendono dalla
sfera cognitiva (vestirsi, lavarsi) difficilmente si perde l’ADL del nutrirsi. (una ADL persa si recupera
molto difficilmente) .
Nell’ambito degli outcomes sono entrati anche altri concetti, come elementi di mortalità e una buona
assistenza allunga la vita dei pazienti) l’ospedalizzazione (una buona assistenza riduce
l’ospedalizzazione), l’istitutalizzazione, (RSA, case di riposo). In Canada le IADL (che si possono
recuperare a differenza delle ADL ) sono indicatori di efficienza del servizio poiché si valutano le
IADL perse all’inizio di un ingresso in un setting assistenziale e si valutano alla fine le IADL
recuperate in base a questa valutazione c’è il pagamento delle prestazioni.
CONDIZIONE DI FRAGILITA’
Una situazione di maggiore vulnerabilità (quindi non ha perso l’autonomia ma è a rischi di perderla )
legata ad eventi stressanti, legata alla diminuzione della riserva fisiologica (omeostasi = capacità di
compensare la perdita) oppure legata ad un’alterazione di sistemi funzionali, cioè di quei sistemi legati
alla conservazione di quelle attività di autonomia più importanti.
Es. se viene messo un catetere vescicale, l’autonomia per quella capacità viene conservata   (si argina
il problema), viene recuperata.
La fragilità nell’anziano è legata all’autonomia motoria (non uscire fuori di casa, alzarsi dal letto,
raggiungere la cucina, sedersi). I sintomi clinici della fragilità : perdita di peso, astenia, affaticamento,
anoressia, riduzione dell’apporto alimentare, inattività, sarcopenia ( riduzione delle fibre muscolari)
osteopenia, (dolori e riduzione del movimento) alterazione della capacità di rimanere in piedi.
EQUILIBRIO, riduzione della deambulazione autonoma.
LA Disabilità  in alcuni condizioni può essere anche iatrogena, si pensi alla somministrazione di
Benzodiazepine,che possono dare  negli anziani degli effetti paradossi (cioè agitare il paziente ancora
di più) poi possono dare turbe di equilibrio e quindi causare cadute.
La digitale può essere alla base di stati di confusioni e di agitazione. (Per un meccanismo di
competizione sensoriale, alcuni macrolidi sono alla base di deliri acuti dell’anziano. La disabilità poi
può avere fattori sociali quale la povertà. Spesso chi è economicamente più debole si trova ad essere
spesso malato. Consideriamo poi come fattore di disabilità la depressione, che è malattia con cause
Fisio- patologiche ben precise, nella persona anziana (oltre i 65 anni) complicata da alto rischio di
suicidio.


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DEMOGRAFIA
La crescita zero e l'invecchiamento della popolazione
I dati demografici sono preoccupanti; la popolazione italiana ha degli indicatori che sembra invecchi
di più delle  altre popolazione del mando per delle nostre caratteristiche, ad esempio: la dieta
mediterranea, ci protegge dai rischi cardiovascolari, rispetto alle popolazioni del nord Europa o  degli
Stati Uniti. In più la popolazione giovane tende a ridursi, i demografi chiamano questo fenomeno il
CROSSING DEMOGRAFICO cioè l’incrocio in cui la quota di incremento della fascia di età più
avanzata corrisponde ad un speculare decremento delle fasce più giovani (al di sotto dei vent’anni
quelli che devono entrare nel mondo del lavoro e quindi sostenere gli anziani da un punto di vista
previdenziale. )
Il dato che colpisce, quindi, non è tanto l’invecchiamento della popolazione ma che c’è un
accrescimento della velocità d’invecchiamento della popolazione italiana e un aumento
sproporzionato della fascia di età molto avanzata che vengono chiamati
(VERY OLD) le persone
più di ottant’anni.
Insieme con il calo della natalità, l’altro fenomeno importante degli ultimi decenni è rappresentato
dalla progressiva diminuzione della mortalità e dall’aumento della vita media delle persone. Sono
migliorate infatti le condizioni di vita della popolazione e gli sviluppi della medicina hanno ridotto
notevolmente i rischi di morte per malattia.
Il tasso di mortalità è sceso dal 17,4 per mille del 1921 al 9,3 per mille del 1961, dopo di che si è
praticamente stabilizzato.
Nello stesso tempo il tasso di natalità è invece diminuito (dal 1961 in avanti). Di conseguenza la
crescita naturale della popolazione si è arrestata e si è arrivati alla cosiddetta crescita zero, ossia
all’uguaglianza fra nati e morti. E come abbiamo visto in precedenti interventi negli anni ˆ si è
arrivati anche alla crescita sottozero, cioè ad un decremento di popolazione. Il 2001 ha segnato una
piccola svolta in questo senso perché il numero dei nati ha superato (anche se di poco) il numero dei
morti.
Come si è visto l’allungamento della vita media è un fenomeno dovuto sia alle migliori condizioni di
vita, sia alle scoperte mediche ed ha interessato tutti i paesi del mondo anche i meno sviluppati. Va
rilevato inoltre che le donne vivono più degli uomini anche se non è ancora ben chiaro il perché.
Un altro aspetto da considerare è che l’invecchiamento è soprattutto femminile: i dati ci dicono che
l’invecchiamento è collegato alla presenza del cromosoma Y, questi infatti condiziona quella parte del













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DNA cellulare che non si trova nel nucleo ma nei mitocondri, (cosiddetto DNA mitocondriale) che
viene utilizzato dai mitocondri per la sua funzione,cioè quella di ossidare, metabolizzare le sostanze e
produrre dei metabolici energetici.

Quindi l’invecchiamento è femminile, le
donne invecchiano di più anche per il ruolo protettivo che esercitano gli estrogeni, soprattutto nei
riguardi di malattie cardiovascolari che colpiscono di più gli uomini; inoltre vi è una minore
predisposizione verso alcuni tumori, anche se oggi il tumore ai polmoni (essendo cambiate le
abitudini) colpisce più le donne fumatrici. Da ciò deriva che a 80 anni una donna può avere aspettative
i vita ancora di 5-7 anni.






Altro fenomeno che viene notato è l’aumento delle persone che superano i 100 anni   ( i centenari): gli
studi mirano a capire qual è il profilo genetico che protegge queste persone e permette loro di vivere
in modo normale: sono caratteristiche cromosomiche legate, al cromosoma Y quasi sempre.






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scopo di dettagliare i problemi fisici, legati alla malattia, sia da un punto di vista diagnostico, sia dal
punto di vista dello stato clinico, a dare una definizione delle capacità funzionali, stabilire i bisogni
assistenziali e stabilire gli outcomes,  cioè stabilire gli obiettivi che possono essere raggiunti.
Una volta individuato l’obiettivo deve essere pianificato il piano assistenziale individuale (PAI)
CHI, COME, PERCHE’
Perché nell’assistenza ai pazienti anziani bisogna tener conte delle complicanze e delle comorbilità,
per cui il sistema a DRG non è molto adatto.  Per questo tipo di assistenza (per una bronchite
riacutizzata assegna solo tre giorni di degenza). Per cui bisogna tener presente che l’ospedale è un
setting assistenziale.


Ci sono delle differenze tra gestione di fatti acuti e di fatti cronici, cioè fare assistenza su paziente
cronico, significa concentrarsi sulle funzioni, sullo stato funzionale, dare una valutazione globale, e
tener conto della presenza di più patologie che possono condizionare lo stato del paziente, ma la cosa
più importante è quello di prendere in considerazione che la situazione cronica richiede un intervento
continuativo, che non si fermi solo al momento delle complicanze e quindi risolva solo un problema
limitato nel tempo.
L’approccio culturale di fronte a questo tipo d’assistenza è basato su dati raccolti, studi epidemiologici
di popolazione; se oggi la società non è in grado di leggere quale è la realtà (cosa che si fa con gli
studi epidemiologici) vaneggia, non ha contatto con la realtà; inoltre gli interessi devono prevenire ed
è l’obiettivo principale evitare la perdita di ADL (che non possono essere recuperate) è intervenire
avendo come indicatore di correttezza d’intervento le IADL, se queste migliorano abbiamo un
indicatore di efficacia d’intervento.
Nessun servizio assistenziale è sufficiente da solo ma gli interventi dovrebbero essere integrati in un
sistema a rete, perché solo così si potrebbe arrivare ad una condizione ottimale di gestione del
bisogno del paziente.
Sistema informativo e informatico: i dati devono essere raccolti ed essere omogenei in modo che si
possano confrontare dato che si gestiscono risorse umane e strumentali (come far spostare un
infermiere sul territorio come mobilitare le risorse,)
Bisognerebbe essere in grado di formulare delle indicazioni di lavoro sempre basandosi sui protocolli
della medicina delle evidenze nel senso che quello che si fa lo si fa con cognizione di causa perché ci
sono dietro degli studi, per cui si basano su omogeneizzazione di comportamenti, questo da la
garanzia di conservare dei risultati.





Per evitare queste complicanze bisogna fare in modo adeguato la valutazione del rischi e quindi agire
su questi pazienti a rischio, è il paziente valutato che deve essere l’oggetto del piano d’assistenza,
chi deve fare la valutazione multidiminsionale, va rivolta all’anziano fragile, fisico, psichico, sociale,
pazienti con perdita di autosufficienza. Il non vedere, il sentire poco.
come: la VMD deve essere in grado di valutare lo stato fisico, cognitivo, funzionale, situazione socio
– economico e ambientale di vita.
Non esiste uno strumento perfetto in Veneto, che sono vari anni che adotta questo metodo di lavoro
con gli anziani, si usa il SVAMA che è un modello tecnico in grado di (gestito dagli infermieri sui
distretti) fare valutazione sia qualitativo che quantitativo ( come valutazione di spesa)
In Lombardia SOSIA è stato utilizzato un metodo per cui la quota sanitaria è a carico della regione, la
quota sociale è a carico della famiglia.
RUG : raggruppare tutte le patologie in area rappresentative in modo che il paziente sia seguito nei
cari livelli con la stessa diagnosi.




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Da un punto di vista dello standard la VMA deve assicurare queste linee di valutazione di base:
l’esame obiettivo, la possibilità di costruire un piano individualizzato e poi lo stesso strumento poter
essere confrontato nella popolazione (poter raccogliere dei dati e confrontarli all’interno della
popolazione)
E’ EFFICACE ?
Uno studio del Í fatto negli stati uniti con obiettivo di valutare se il ricovero di un anziano in un
reparto di geriatria potesse in qualche modo influenzare il declino da un punto di vista funzionale (in
Italia i dati dicono che è vero)  E’ stato fatto uno studio epidemiologico con il metodo caso  controllo-
randomizzato, 651 ricoverati assegnati in maniera casuale o ad un reparto di geriatria o in un reparto
di medicina normale, questi pazienti sono visti dopo un follow up di tre mesi dalla dimissione; le
caratteristiche dell’intervento geriatrico, un equipe formato dal geriatra, infermieri, as,sociale,
nutrizionalista, fisioterapista, sono stati fatti degli interventi strutturali: corrimani, corridoi senza
ostacoli, orologi ben leggibili, servizi igienici per disabili e poi organizzata assistenza con intervento
sul paziente onicomprensivo, il personale era istruito come intervenire sui problemi legati alla IADL,
sulla nutrizione, sul sonno, interventi specifici sul paziente anziano, venne fatto una dimissione
precoce cioè i problemi venivano seguiti anche a casa coinvolgendo i servizi sul territorio.
I risultati: da un punto di vista funzionale (periodo di tre mesi) la quota delle persone che
peggioravano era molto meno di fronte a reparto tradizionale. In un altro studio sempre del 95
l’obiettivo era una VMA e la valutazione multi disciplinare con la presenza di un geriatra solo a
consulenza, era in grado di migliorare lo stato di salute.
LE DEMENZE
…..è una malattia desolata, vuota e arida come il deserto. Un ladro di cuori e di anime e di
memorie……..Nicholas Sparks , Le pagine della nostra vita , Frassinelli 1996
Le demenze sono una delle principali malattie dell'anziano.
Meno dell'1% fino a 65 anni, dopo i 65 anni colpiscono il 6-8% della popolazione e via via
raddoppiano ogni cinque anni cosicché oltre gli 85 anni la prevalenza sale quasi al 30%,
con punte addirittura del 45-50% nei centenari.
Nei paesi dell'Unione Europea i malati di demenze sono stati stimati in oltre 3.500.000.



Tra le demenze, la malattia di Alzheimer (MA) è la forma più frequente (50-80%),
e si colloca al quarto posto come causa di morte negli ultrasessantacinquenni nei paesi occidentali.

I fattori di rischio primari per la MA sono l'età e la familiarità. Tuttavia la forma familiare
che ha un esordio precoce (30-60 anni), è poco rappresentata (6-8%).
Altri fattori di rischio per la MA sono il trauma cranico con perdita di coscienza, la
sindrome di Down, la depressione ad insorgenza tardiva e forse la bassa istruzione.
Comunque occorre soprattutto sottolineare che le demenze sono causa di peggioramento
della qualità di vita dei malati e delle loro famiglie, poiché sono la prima causa di grave
disabilità a 85 anni e di perdita dell'autonomia, con le conseguenti pesantissime
ripercussioni sociali, economiche ed assistenziali.





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Le Demenze sono definite come condizioni cliniche caratterizzate da perdita progressiva delle
funzioni cognitive, fra le quali inevitabilmente la memoria, di entità tale da interferire con le usuali
attività sociali e lavorative del paziente. In questa definizione "mondiale" esiste già un errore !! Vi
sono quadri di demenza., infatti, in cui la memoria non è coinvolta se non nelle fasi finali del decorso
clinico, come avviene nelle Demenze Fronto-Temporali. E a volte, nelle fasi iniziali delle altre
demenze più frequenti ( demenza di Alzheimer, demenza Vascolare, demenza con corpi di Lewy ), il
problema cognitivo riguarda in modo particolare altre sfere della cognitività e non principalmente la
memoria. Infatti, fra le attività cognitive, accanto alla memoria, esistono diverse e altrettanto basilari
capacità necessarie al complesso funzionamento della nostra mente : l'attenzione, su cui
necessariamente si fonda il processo di memorizzazione e il resto delle nostre abilità, il linguaggio
(intendendo anche la capacità di esprimersi, di comprendere, di lettura e scrittura ), l'orientamento nel
tempo e nello spazio, le abilità visuo-spaziali ( l'occhio "vede" ma è il cervello che esamina! ), la
prassia ( se il demente non è in grado ad esempio di "organizzarsi" per vestirsi ) e la agnosia (non
appare più capace, ad esempio, di riconoscere il water, la propria abitazione o addirittura i volti dei
propri familiari, con conseguenze immaginabili sotto il profilo comportamentale!! ), la capacità di
pensiero astratto, nonché di critica e di giudizio, di ragionamento, le funzioni esecutive di
pianificazione, elaborazione ed eventuale modificazione ( flessibilità !! ) di strategie.
Accanto alle alterazioni cognitive sono presenti inoltre sintomi e segni di coinvolgimento della sfera
non cognitiva, che riguardano la personalità e il comportamento, l'umore, l'ideazione, la percezione,
ecc.( cambiamento del comportamento, depressione, apatia, aggressività, idee di furto, allucinazioni,
vagabondaggio ecc. ). I disturbi comportamentali, come si vedrà, rappresentano una spina nel fianco
delle persone che assistono un soggetto con demenza e un'esperienza dolorosa e carica di implicazioni
negative per il soggetto stesso.
Il decorso della malattia di Alzeihmer dal momento della diagnosi al momento della morte decorrono
circa 8-10 anni. Questa è una malattia che porta alla morte per il disfacimento corticale, cioè tutta la
nostra vita legata alla  cognitività , si diventa incontinenti perché si perde lo schema di controllo degli
sfinteri. Si perde la capacità del cammino perché si perde lo schema cognitivo del movimento.
Malattia inarrestabile, incurabile. Il 10.15 % dei malati con Alzeihmer  ha allucinazione e deliri,
questo con l’ospedalizzazione  aumenta del 70%, si ha a che fare con un pz. con allucinazioni, il
paradigma o modello di comportamento, che ci fa vedere soluzione, conclusione, farmaco, non
funziona con questi pazienti, per es. le BENZODIAZEPINE aumento l’agitazione in questi pazienti,
propria per un meccanismo recettoriale, le procedure per calmarli sono altre, per es. accendere la luce,
togliere gli specchi, fargli una doccia, toccarli, abbracciarli, calma questi pazienti. 1 su 10 ha crisi
epilettiche, le manifestazioni comiziali di queste malattie  sono legate alla degenerazione corticale,
attiva dei foci elettrici che possono scaricare con crisi comiziali. Il deterioramento  cognitivo ha una
similitudine con quello che è il processo di maturità cognitiva che ha il bambino, c’è una grande
corresponsione tra maturazione corticale cognitiva del bambino e la progressività del declino
cognitivo.















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CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZE. Quadri clinici più importanti delle forme "pure"

Demenze degenerative :
-Malattia di Alzheimer ( circa 50 % )
-Demenza con corpi di Lewy ( circa 5 % nelle forme "pure" )
-Demenza Fronto-Temporale o Pick-Complex ( circa l'8 % )
-Parkinson-Demenza, Demenza-SLA e Parkinson-Demenza-SLA
-Paralisi sopranucleare progressiva o Mal. di Steele-Richardson-Olszewski
-Idrocefalo c.d. normoteso primitivo
-Corea di Huntington
Demenza vascolare
-D. multinfartuale
-D. da singoli infarti in sedi strategiche
-D. da patologia dei piccoli vasi
-D. da ipoperfusione ( anche da terapia ipotensiva incongrua : vedi sopra )
-D. da emorragia (e)
Demenze post-infettive e\o infiammatorie
-da meningo-encefaliti
-da Sclerosi multipla e Malattie demielinizzanti di altro tipo
-da malattie autoimmunitarie sistemiche
-da Prioni ( Mal. di Creutzfeldt-Jakob e Variante della "mucca pazza"
-da HIV ( AIDS )
Demenze da sostanze tossiche e farmaci
-da Alcol
-da metalli pesanti
-da composti organici
-da farmaci vari ( fra cui psicofarmaci, soprattutto se abbinati ad alcol, anticolinergici ecc. )
Demenze da malattie endocrine e metaboliche
Demenze secondarie
Da patologie


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-della tiroide, delle paratiroidi,dell'asse ipofisi-surreni,
-da ipoglicemia ( in diabete mellito non equilibrato, da insulinoma ecc. )
-da insufficienza renale cronica
-da disidratazione ( gli anziani ! soprattutto se sono febbrili o assumono diuretici ! )
Demenze Post-traumatiche
Demenze da tumori, ematomi, ascessi cerebrali
Demenze da stati carenziali
Demenze paraneoplastiche ( il nostro apparato immunitario attacca alcuni nostri sistemi cerebrali che
hanno il torto di "assomigliare" ad alcuni contenuti cellulari di tumori extra-cerebrali…)
L'elenco ha lo scopo di far comprendere la complessità del problema "demenze" e la necessità di
compiere un iter diagnostico quanto mai attento, in primo luogo per sapere tempestivamente se ci
troviamo di fronte ad un caso di demenza reve
MALATTIA DI ALZHEIMER ( AD )
È la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali e rappresenta circa
il 50-60 % dei casi di deterioramento mentale ad esordio tardivo.
È una patologia degenerativa del sistema nervoso centrale, a decorso progressivo, caratterizzata
clinicamente da un prevalente, iniziale deficit di memoria associato al progressivo deterioramento di
altre funzioni cognitive quali il linguaggio, l'orientamento, la prassia ( la capacità di "ricordare" una
determinata sequenza di atti motori, come avviene ad esempio nel vestirsi ), le abilità di lettura e
scrittura, le capacità di critica, giudizio, astrazione, di programmare una strategia motoria o meno e
modificarla con flessibilità se le condizioni lo richiedono, ecc.
Non trascurabili sono poi le alterazioni di tipo comportamentale e della personalità ( più frequenti
dopo alcuni anni dall' esordio clinico della malattia ma a volte precoci nella c.d. Variante frontale
dell'AD ), e anche quelle di tipo psicotico ( deliri vari - il più frequente è quello di essere derubati da
chi assiste il paziente !! - allucinazioni visive, acustiche ecc.).
Manifestazioni ansiose e\o depressive sono frequenti e se sono presenti, come a volte accade, nelle
fasi iniziali possono mascherare i deficit cognitivi e allontanare, come si è scritto prima ) il momento
della diagnosi.
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La progressione della sintomatologia dell'AD , a grandi linee e con gli ovvii limiti dello schematismo,
escludendo da questa descrizione alcuni sottotipi di AD con esordio ed evoluzione differenti, e le
forme "miste" con la Demenza a corpi di Lewy e la Demenza Vascolare :
Fase iniziale :
- difficoltà nel ricordare eventi recenti
- lieve disorientamento temporale e a volte spaziale in luoghi poco conosciuti
- qualche problema nel "trovare" le parole ( anomia )
- a volte ansia e\o depressione e\o apatia, che possono precedere di mesi o anni la comparsa dei
sintomi cognitivi!!
- Difficoltà nella gestione finanziaria
- Mancato utilizzo di strategie "ragionevoli"
- Difficoltà nella pianificazione delle azioni
- Cambiamenti nelle relazioni interpersonali
- Riduzione dell'iniziativa a diversi livelli
La mancanza di consapevolezza da parte del paziente e la sottovalutazione da parte dei familiari o del
medico possono rappresentare seri ostacoli ad una diagnosi precoce.
Fase intermedia neurologica;
-accentuazione dei deficit di memoria
-più evidente disorientamento temporale e spaziale
-a volte apatia


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-disturbi del linguaggio sia dell'espressione che della comprensione
-aprassia nell'uso di oggetti oppure nel vestirsi
-agnosia ( ad es. difficoltà a riconoscere volti, oggetti e luoghi familiari )
-alterazioni comportamentali varie fra cui scarsa cura dell'igiene personale, comportamenti sessuali
imbarazzanti, affaccendamento più spesso notturno ( rimescolare indumenti nei cassetti ecc. ecc.)
-deliri e\o allucinazioni ( idee di essere derubati, allucinazioni visive ecc. )
-sconvolgimento del ritmo veglia\sonno


1



Stadio terminale ( dopo 5-8 anni )  (stadio internistico)
-perdita del linguaggio
-perdita dell'autosufficienza ( lavarsi, vestirsi, alimentarsi )
-incontinenza sfinterica
-peggioramento dei disturbi comportamentali
-m
odificazioni motorie con spasticità, parkinsonismo
-crisi epilettiche .
Se nelle fasi iniziali della malattia sono assenti spesso serie problematiche assistenziali, nella fase
intermedia e successivamente in quella terminale siamo tutti testimoni impotenti della progressiva
perdita dell'autonomia funzionale e della comparsa di sintomi che rappresentano un ulteriore
appesantimento del carico di lavoro di chi assiste un paziente demente.
Le donne sopportano spesso un carico doppio in quanto affette da demenza o nella veste di caregiver.
La malattia infatti è più frequente nelle donne in parte per il loro migliore indice di sopravvivenza
rispetto agli uomini, fatto biologico che però le espone ad un altro rischio: quello di andare incontro a
varie patologie dell'età avanzata fra cui appunto la Demenza di Alzheimer. E sono quasi sempre le
donne, una figlia di 50-60 anni ad esempio, a sopportare per "tradizione" il carico di un genitore o una
zia affetto da demenza.
A volte un comportamento aggressivo può dipendere da un disagio psichico o fisico che il malato non
è in grado di comunicare per problemi di linguaggio, per effetti collaterali di varie terapie mediche
(ad esempio alcuni antidepressivi ), dalla non accettazione di una badante o di un luogo di
istituzionalizzazione, dalla presenza di altre patologie a volte anche banali ( bruciori urinari, fecaloma
ecc. ). Può anche essere favorito dalla personalità del paziente e comunque dalle infinite e originali
situazioni dinamiche che si possono creare nel nuovo equilibrio determinato dalla malattia. Seri
problemi visivi o uditivi rappresentano ulteriori fonti di disagio e fragilità e spesso causa di
allucinazioni visive o uditive.
Un atteggiamento affettuoso appare in grado di evitare peraltro l'uso di psicofarmaci e del loro carico
di effetti collaterali.
Un accenno alle forme di demenze degenerative di tipo diverso dalla demenza di riscontro più
frequente e oramai più famosa, tristemente famosa, la demenza di Alzheimer.
Si manifestano con differenti caratteristiche cliniche ed evolutive rispetto all'AD, hanno una incidenza
non trascurabile e purtroppo non sono ben conosciute, anche dai medici.
A parziale giustificazione di tale comportamento va detto che nell'avvincente realtà dei nostri giorni à
il riscontro di sovrapposizione di patologie è divenuto sempre più frequente : così avviene tra
patologia alzheimeriana e presenza di corpi di Lewy, oppure di alterazioni vascolari,
tra Demenza a corpi di Lewy e M. di Parkinson, fra Demenza Fronto-Temporale
e Parkinsonismo.
Demenza con corpi di Lewy ( LBD ): di recente "acquisizione" e tuttora in cerca di una sua reale
autonomia. Oggi appare confermato che sono più numerose le forme "miste", in cui i corpi di Lewy si
associano alla patologia alzheimeriana, che le LBD "pure". Questo dato è confondente circa la reale
incidenza di questa demenza : circa 5 % le forme pure, 20-40 % le forme miste.
E' caratterizzata da :
· demenza a decorso fluttuante,
· allucinazioni prevalentemente visive,


1



· parkinsonismo,
· Possono essere presenti anche deliri, alterazioni varie di coscienza ( sincopi - ovvero "svenimenti"- e
riduzione della vigilanza ), cadute, sonnolenza, ecc.
Inoltre :
1. I farmaci attivi sull'AD ( i Colino-agonisti ) sono molto spesso efficaci.
2. Appare spesso complicato da eventi avversi, o inefficace, l'uso di L-DOPA per la "quota"
parkinsonismo.
3. Allo stesso modo gli antipsicotici, adoperati per attenuare le allucinazioni ecc., non sempre sono
tollerati.
La terapia di questa demenza legata all'alterazione dell'Alfa-Sinucleina ( come la Malattia di
Parkinson con cui condivide molti aspetti ) risulta pertanto molto complicata. Tentare di semplificare
terapeuticamente la complessità di quadri clinici di LBD o di associazione AD -_LBD è alquanto
arduo, e tuttavia rappresenta una sfida che va accettata. Lo stesso vale per quei casi di malattia di
Parkinson che evolvono in demenza.
Le strategie e le priorità terapeutiche in un campo minato come questo non possono essere qui
sintetizzate.
Demenza Fronto-Temporale ( DFT ), o "ex Malattia di Pick " o Pick-Complex : dimenticata per
quasi un secolo, è stata "riscoperta" e rivalutata soprattutto attraverso il lavoro di neurologi inglesi e
svedesi in questi ultimi anni .
È determinata da una degenerazione "focale", cioè limitata ad alcune aree cerebrali, quelle frontali e\o
temporali, prevalentemente da un lato o bilateralmente.
1 ) La sede del processo patologico determina la sintomatologia che può esordire e mantenersi per anni 1
come marcato disturbo della personalità e comportamentale ( tanto da far pensare ad un problema
psichiatrico ),
2 ) oppure come afasia progressiva ( difficoltà nell'esprimersi )
3 ) o come disturbo semantico ( perdita del significato delle parole, della biblioteca delle
conoscenze… ).
Alcuni problemi comportamentali :
Negligenza.fisica.precoce
Inosservanza.delle.convenzioni.sociali
Disinibizione.comportamentale.precoce
Rigidità.mentale.e.inflessibilità
Iperoralità
Distraibilità
Scarsa.coscienza.di.malattia
Depressione
Indifferenza.emotiva,carenza.di.empatia
Apatia
Nella DFT si assiste ad una lenta evoluzione dei sintomi, che solo più tardivamente si complicano con
difetti di memoria ecc.
Nella DFT i farmaci attivi sull'AD sono inefficaci !!
A volte sono utili gli antidepressivi che agiscono sul mediatore chimico Serotonina ( SSRI : Prozac ed
altri, con qualche precauzione per il Parkinsonismo… )


1



È classicamente una demenza presenile, cioè predilige adulti al di sotto dei 65 anni ( dai 50 ai 60 anni
in genere ). Esiste una discreta quantità di casi familiari : indagando si viene spesso a conoscenza che
qualche elemento della famiglia ha avuto anni prima, in età presenile, problemi "psichiatrici" che
hanno richiesto il ricovero in strutture adeguate. In una certa percentuale di casi si associa a sindrome
parkinsoniana, in altri alla malattia dei motoneuroni ( di cui oggi parlano i media per il
coinvolgimento di ex-calciatori ).
DEMENZA VASCOLARE ( VaD ). Come si è già detto, è determinata da lesioni cerebrali in sedi
"strategiche" oppure, più spesso, diffuse, causate da eventi ischemici o emorragici cerebrali. Non
sempre la demenza compare dopo uno o più episodi vascolari acuti clinicamente rilevabili : può
esordire invece in modo insidioso .
In questo caso le alterazioni ischemiche si manifestano con disturbi cognitivi associati o meno a
problemi motori, palesandosi agli esami di neuroimaging ( TC, RM, ecc. ) come "sorprese" o riscontri
occasionali e pertanto senza che si sia assistito ad un fatto acuto cerebrale. Questo tipo di demenza
con lesioni diffuse sottocorticali è più frequente in soggetti anziani con una lunga storia di
ipertensione arteriosa e di altri fattori di rischio vascolare ( cardiopatie, diabete, ecc. ).
Caratteristiche distintive della Demenza Vascolare sono quindi :
presenza di un "contesto clinico" di patologie vascolari neuro ed extra-neurologiche
coesistenza, anche se non sempre, di segni di interessamento neurologico focale ( ad es. paresi,
alterazioni del campo visivo, afasia, ecc. )
coesistenza di segni di interessamento "diffuso" neurologico ( ad es. manifestazioni di tipo
parkinsoniano, disturbi della deambulazione, disartria, disfagia ecc. )
inizio sub-acuto e progressione "a gradini" dei disturbi cognitivi, meno frequentemente esordio
insidioso
reperti degli esami di neuroimaging ( TC, RM, PET, SPECT, ECO-Doppler TSA ) di tipo nettamente
vascolare.
A volte appare estremamente arduo distinguere un'AD con qualche elemento vascolare da una
probabile Demenza Vascolare, tenendo conto che ambedue sono peraltro patologie più frequenti
nell'età avanzata e che inoltre recenti ricerche sono tuttora in corso.






TABELLA DI CORRISPONDENZA DELLE FASI DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
CON L’ETA’ FUNZIONALE
FASE 1
Assenti i segni e sintomi      
FASE 2
Non discernibile
Funziona come un adulto.    
FASE 3
Deficit sul lavoro
Funziona come un giovane adulto    
FASE 4
Richiede aiuto per i compiti complessi
Da otto anni all’adolescenza    
FASE 5
Demenza moderatamente severa
Da 5 a 7 anni    
FASE 6
Demenza severa- richiede assistenza con  Da 24 mesi a 5 anni
la cura della persona    
FASE 7
Demenza molto severa-richiede
assistenza totale
Da 4-12 settimane a 15 mesi        
Compaiono dei riflessi di liberazione tipici del neonato il riflesso della suzione, il gasping, e per il
medico, sono segni di aggravamento dell’anziano. C’è una scala che mette in evidenza quella che è la
crescita coticale del neonato. Gli aspetti più interessanti, 2-3- mesi il sorriso e di rispondere al sorriso,


5-9 mesi si acquisisce la capacità di rimanere sedute, queste capacità a rovesce si perdono, ecco il
Wandering (il muoversi continuamente senza sedersi, girovagare senza sosta. ecco perché nella
struttura non devono esserci le porte, nei limiti di sicurezza.) a 1 anno camminano, a 15 mesi c’è
controllo di circa 5-6 parole. A tre anni c’e il controllo degli sfinteri, (l’anziano che perde il controllo
degli sfinteri è indice di aggravamento della malattia e compare dal passaggio della fase neurologica
alla fase terminale di allettamento. L’incontinenza è un sintomo tardivo. ) a 4 anni un bambino va al
bagno non accompagnato, a 5 anni il B. è in grado di vestirsi e lavarsi da solo, a 5-7 anni è in grado di
scegliere i vestiti che vuole mettersi. A 8-12 anni acquisisce la capacità di controllo e gestione  dei
soldi, a 12 anni è capace de fare un lavoro. Queste capacità nell’anziano con Alzeihmer sono perse in
senso inverso ed è  definito SVILUPPO INVERSO. Nel momento in cui si perde la capacità del
vestirsi, la malattia è in una fase di progressivo aggravamento. Questa incapacità di  vestirsi, questa
ADL persa è un indicatore di aggravamento accelerazione  della malattia.  Per correlare gli aspetti
clinici  con la gravità della malattia,
ESORDIO DELLA MALATTIA DI ALZEHIMER
ABILITA’ CRESCENTE
AUTOSVILUPPO
Le competenze e le
abilità dell’individuo
sono integrate. Egli
può accettare le sfide
e rispondere alla
stimolazione esterna.
L’individuo controlla
la propria vita
L’individuo perde la
capacità di pensare
chiaramente, di
ricordare, di imparare.
L’individuo perde il
senso del proprio sé e
il controllo delle scelte
di vita
ATTIVITA’
IN CALO
         
AUTOSTIMA
L’individuo è amato
dai suoi pari, è
considerato
importante e ha un
ruolo nella vita.
L’individuo perde
l’importanza nella
società, nella famiglia,
nelle relazioni. Non è
in grado di lavorare.          
APPARTENENZA
AD UN GRUPPO
L’individuo è amato;
rispettato e accettato
come membro di un
gruppo o della
famiglia.
L’individuo perde il
suo posto nel gruppo
ed è incapace di
partecipare.          
ALIMENTI
PROTEZIONE
SICUREZZA
L’individuo assume
progressivamente
responsabilità circa la
cura personale di base
L’individuo è incapace
di assicurarsi le
necessità di base, e di
sopravvivenza senza
assistenza.                
1


Noi abbiamo un modo per correlare gli aspetti clinici con la gravità della malattia , ed è la GDS (scala
di deterioramento globale) si compone di 7 livelli, di cui quelli che appartengono alla demenza sono
quelli che vanno dal grado 4 al 7, ci sono una serie di gradi iniziali che sono inquadrabili non come
stadi dementigeni ma come stadi di disorientamento.
SCALA DI DETERIORAMENTO GLABALE( GDS)
LIVELLO
CARATTERISTICHE CLINICHE    
1
NESSUN
DECLINO
COGNITIVO
Non si registrano disturbi soggettivi di perdita di memoria. Non si è
riscontrata alcuna perdita di memoria clinica nel soggetto      
2
DECLINO
COGNITIVO
MOLTO LIEVE
(DIMENTICANZE)
Si riscontrano disturbi soggettivi di perdita della memoria ne seguenti
fattori, es. la parola pendente,  il chiu,chiu (in coda) il nostro cervello
organizza mettendo in coda i pensieri.  Questi sono disturbi di attenzione,
sono disturbi soggettivi,  ci si ricorda tutto,  il paziente  demente invece
non ha consapevolezza delle dimenticanze.
a.
Dimenticare il posto in cui sono stati messi oggetti familiari;
b.
Dimenticare i nomi che precedentemente erano noti. Non si ha
alcuna prova oggettiva di perdita di memoria all’esame clinico.
Non si riscontra deficit oggettivo sul lavoro e nelle situazioni
sociali. Preoccupazione appropriata per la sintomatologia.      
3
DEBOLE
DECLINO
COGNITIVO
(CONFUSIONE
PRECOCE)
Prime lacune ben definite. Manifestazioni in più dei seguenti settori:
a.
Il paziente può essersi perso viaggiando in un ambiente familiare;
b.
I colleghi di lavoro si rendono conto della resa relativamente
scarsa del paziente
c.
Gli amici stretti notano difficoltà nel trovare nomi e parole
d.
Il paziente può leggere un brano o un libro e ricordarsi poco di
quello che ha  letto; es. leggere un piccolo racconto, dopo un po’
non ricorda quello che gli si è letto.
e.
Il paziente manifesta maggiore difficoltà a ricordarsi i nomi
quando gli vengono presentate nuove persone;
f.
Il paziente può aver smarrito un oggetto di valore;
g.
Durante l’esame clinico possono manifestarsi mancanze di
concentrazione. La dimostrazione oggettiva della perdita di
memoria si ottiene solamente in seguito ad un esame intensivo.
Minor rendimento nell’impiego e nelle situazioni sociali. Nei
pazienti iniziano a manifestarsi dinieghi. Questi disturbi sono
accompagnati da ansietà lieve e moderata.      
4
DECLINO
COGNITIVO
MODERATO
CONFUSIONE
AVANZATA
Deficit ben definito durante gli attenti esami clinic. Il deficit si  manifesta
nei seguenti settori:
a.
Minor conoscenza di avvenimenti attuali e recenti:
b.
Perdite di memoria riguardo la propria anamnesi;
c.
Difficoltà di concentrazione;
d.
Minore capacità di viaggiare in luoghi familiari. Ridotta capacità
di svolgere compiti complessi. Il diniego è il meccanismo di
difesa predominante: viene manifestato in ridotte risposte
affettive e tendenza alla rinuncia in situazioni di sfida. INIZIA IL
FENOMENO DELLA FACCIATA,  tendenza a nascondere i
problemi,      
5
DECLINI
COGNITIVO
MODERATO
GRAVE
DEMENZA
Il  paziente non riesce più a sopravvivere senza assistenza. Durante il
colloquio con il medico non riesce a ricordare aspetti rilevanti della
propria vita attuale, ad esempio l’indirizzo o il n° di telefono che ha da
anni, i nomi di membri della propria famiglia (come dei nipotini) o i l
nome della scuola secondaria  o dell’Università in cui si è diplomato.          


1

8
DEFINITA
Spesso si riscontrano disorientamenti nel tempo (data, giorno della
settimana, stagione) o nello spazio Non sanno dire le parole all’indietro.
Una persona istruita può riscontrare difficoltà a contare all’indietro da 40
sottraendo 4 o da 20 sottraendo 2 per volta. Non riesce a  dire la parola
all’indietro, per es. Cane.Le persone a questo stadio si ricordano di molti
fatti importanti  di loro stessi e gli altri, sanno immancabilmente il loro
nome e generalmente ricordano il nome del coniuge e dei figli. Il
paziente ha bisogno di aiuto per la persona o per mangiare, e ha difficoltà
nella scelta degli abiti appropriati.        
6
GRAVE DECLINO
COGNITIVO
DEMENZA
MODERATA
Il paziente può occasionalmente dimenticarsi il nome del coniuge, dal
quale dipende completamente per sopravvivere, è presente il sintomo di
PROSOPOAGNOSIA,  l’incapacità di ricordare i nomi dei volti. Quando
si vede una persona, il nostro cervello costruisce una specie di mappa,
prendendo di riferimento,la distanza degli occhi, gli zigomi, La punta del
mento, legati alla  memoria semantica, quando si ricostruisce il voto,
questo volto va a sovrapporsi ai ricordi e siamo in grado di dare un nome
ad un volto. E’ per lo più ignaro di tutti gli avvenimenti recenti e delle
esperienze della propria vita. Trattiene qualche ricordo della vita passata.
I ricordi autobiografici, quando si ricostruisce la vita autobiografica
calma molto queste persone. E’ per lo più ignaro del proprio ambiente,
dell’anno, della stagione ecc. Può avere difficoltà nel contare all’indietro
da 10 e talvolta anche in avanti. Ha bisogno di assistenza nella vita
quotidiana (può diventare incontinente, ad esempio). Ha bisogno di
assistenza durante i viaggi, ma può essere in grado di spostarsi in luoghi
familiari. Frequentemente il ritmo diurno è disturbato. Ricorda per lo più
il proprio nome e riesce distinguere nell’ambiente persone familiari da
quelle non familiari. Si verificano cambiamenti di personalità ed
emozionali:
aggressività è un livello molto importante.
a.
Delirio, il paziente può    accusare il congiunto di essere un
impostore o il figlio l’amante della moglie o parlare a figure
immaginarie nello specchio;
b.
sintomi ossessivi, ad esempio, il paziente può dedicarsi a
continue attività di pulizia;
c.
possono presentarsi sintomi di ansia, agitazione e anche
comportamento violento precedentemente non manifestato:
d.
abulia cognitiva, cioè perdita delle facoltà di trattenere un
pensiero sufficientemente a lungo per portare a termine un’azione
finalistica.      
7
DECLINO
COGNITIVO
MOLTO GRAVE,
DEMENZA
AVANZATA
Tutte le capacità verbali sono perse. Frequentemente non vi è discorso
ma solo grugniti o ecolalia, paralalia, parole inventate,  Incontinenza
urinaria. Richiede assistenza nella cura di sé e per nutrirsi. Perde  la
capacità psicomotoria di base (capacità di camminare ).
Si perde lo schema motorio che è innato. Il cervello sembra non essere
più capace di dire al corpo che cosa fare. Segni e sintomi neurologici
generalizzati e corticali frequentemente presenti. È legato generalmente
all’allettamento.          
I LIVELLI DI VALUTAZIONE
LIVELLO 1
Conoscenza generale
LIVELLO 2
Registrazione di osservazione e aneddotica
LIVELLO 3
Valutazione di base della capacità della persona di svolgere
attività di vita quotidiana


1



LIVELLO 4
Strumenti di valutazione da gestire o interpretare da parte di
professionisti competenti.
LIVELLO 5
Scale specializzate di classificazione della demenza, per
individuare i settori di deficit funzionali, gestire da professionisti
competenti.
Bisogna tenere presenti 4 aspetti legati alle caratteristiche cliniche della malattia:
1-
funzioni Frontali, in qualche modo il lobo frontale regola le nostre capacità emozionali , e la
difficoltà è tradurre le nostre emozioni in gesti,  Es. un comportamento adeguato alla
circostanza.
2-
Le capacità sensoriali, è la capacità di riconoscere e di discernere quello che ci succede intorno;
3-
Il linguaggio e la capacità di comprensione;
4-
Autonomia motoria, dal movimento
Dobbiamo essere in grado di valutare il paziente in base a questi 4 Livelli clinici, che vanno correlati
con i libelli funzionali della persona anziana.:
1-
GLOBALE  autonomia globale,
2-
ALIMETAZIONE è l’ultima ADL che si perde,è la più tenace, mantiene la sua autonomia
anche in presenza di malattia avanzata.
3-
TOILETTA essere in grado di gestire la propria igiene personale,
4-
ABBIGLIAMENTO- collegato all’autonomia del vestirsi.
5-
CURA DI SE – Per esempio la gestione della protesi dentale.
Livello Clinico 1
Livello Clinico 2
Livello Clinico 3
Livello Clinico 4
LIVELLI
FUNZION
ALI        
DISFUNZIONE
LOBO FRONTALE  SENSORIALE
CAPACITA’
LINGUAGGIO E
COMUNICAZION
E
MOVIMENTO
GENTL
R
CARE
     
Problemi di
ragionamento,
giudizio, personalità
e abitudini sociali.
Possono presentarsi
agnosia, illusione,
allucinazione,
convulsioni. Non è il
farmaco la
soluzione, ma è
l’ambiente che va
organizzato.
Presenza di
incapacità a
comunicare, afasia,
anomia. Il problema
drammatico è
l’incapacità di
comunicare.
Presenza di aprassia
incapacità di organizzare il
movimento, le persone
rimangono ferme.
GLOB
AL
E
           


2

0

La persona può
togliersi la dentiera,
mangiare con le
mani, rubare il cibo
degli altri, o
emettere suono
inappropriati.
Strategie di
assistenza è quello
di apprendimento
senza errori, cioè se
sbagliano vanno
corretti.
La persona può non
essere in grado di
distinguere i sapori
tra il cibo ed altre
sostanze tossiche,
sgradevoli o
pericolose. Bisogna
gestire la sicurezza
per tutto quello che
può essere nocivo.
La persona può
essere incapace di
esprimere le proprie
preferenze,
impegnarsi in una
conversazione o
esprimere i propri
desideri. Non c’è
possibilità di
comunicazione è
l’operatore che deve
comprendere,
Bisogna dare delle
risposte, non porre
le domande.
Pur avendo fame la persona
può essere incapace di
afferrare un utensile per
mangiare. l’APRASSIA Il
modo di cucinare va
modificata, perché questi
pazienti portano alla bocca il
cibo allora sarebbe opportuno
il FINCHERFOOD

       
La persona può
defecare in pubblico
senza badare a
considerazioni
sociali
La persona può
scambiare un cestino
per la carta straccia
o altro oggetto del
genere per un water.
Incapacità di
chiedere aiuto o
suggerimenti
A causa dell’aprassia, la
persona non è in grado di
azionare una chiusura lampo,
di vestirsi o di pulirsi. La
difficoltà di gestire gli
abbigliamenti.
     
La persona può
interpretare
l’accudimento come
un invito sessuale;
può ritenere
pericolosa
l’attrezzatura
tecnica.
La persona può
essere incapace di
distinguere tre caldo
e  freddo, tre il
sapone e di cibo, tra
il lavaggio dei
capelli e
l’annegamento.
La persona può non
capire i compiti
richiestile; può
essere incapace di
esprimere paure o
necessità.
La persona può essere
incapace di vestirsi o di
spogliarsi, di obbedire
fisicamente alle istruzioni o di
iniziare un movimento.
   
La persona può
spogliarsi in
pubblico , o apparire
in pubblico con abiti
socialmente
inaccettabili o
sporchi
La persona può
indossare abiti non
adatti al clima.
La persona può non
essere in grado di
esprimere scelte o
desideri riguardanti
l’abbigliamento.
La persona può essere
incapace di abbottonare un
indumento o di azionare una
chiusura lampo o di compiere
le mosse necessarie per
vestirsi, o può indossare i
vestiti in ordine sbagliato.
TO
     
La persona può
togliersi la dentiera
in pubblico o fare
toilette di fronte ad
altri, o non essere
cosciente dell’odore
corpale o della
mancanza di igiene.
La persona può
mangiare il
dentifricio o
confondere diversi
oggetti ed
attrezzature, o non
accorgersi
dell’odore corpale o
della mancanza
d’igiene.
La persona può
essere capace di
chiedere assistenza o
di spiegare bisogni e
desideri….
La persona può essere
incapace di iniziare i
movimenti necessari per la
cura della persona o
distinguere tra il dentifricio e
lo spazzolino da denti
CURA DI SE
ALIMENTAZIONE
           
Correlato con i 4 livelli clinici. Sistema biasciale, mettere su due assi i problemi e vedere quali sono le
varie soluzioni. Un piano assistenziale può essere progettato e attuato solo quando si riconoscono i
problemi, quando siamo in grado di oggettivarli.
I 4 problemi GLOBALI correlati con i livelli clinici più importanti .
A livello globale, una modificazione delle funzioni frontali, significa non avere più la capacità di
giudizio,
BAGNO
TOILETE
ABBIGLIAMEN


2

1

A livello sensoriali, questa perdita di autonomia globale, non è più in grado di riconoscere l’ambiente,
la persona ha delle allucinazioni, l’ambiente estraneo è nemico, quindi il paziente diventa pericoloso,
ci sono animali c’è una sensazione di pericolo. Non bisogna somministrare farmaci, ma adeguare
l’ambiente e organizzarlo.
Il linguaggio: L’incapacità di  comunicare , queste persone a modo loro, parlano, è nato un metodo di
linguaggio, il conversizionalismo, la capacità di parlare con una persona che non sa parlare. Es. Un
artigiano che lavorava il marmo, non parla più ma grugnisce, ma comunica in qualche modo,
attraverso i gesti che ricordano il suo lavoro,
L’ APRASSIA, l’incapacità di organizzare i movimenti
L’ALIMENTAZIONE. Es. nei centri Diurni dove il vitto viene consumato insieme, è  stupefacente
vedere che questi pazienti, rubano dai piatti dell’altro, utilizzando le mani, a catena, ognuno lo fa con
gli altri. Questi atteggiamenti non vanno accettati, ma vanno corretti,  non con atteggiamenti punitivi,
cioè APPRENDIMENTO SENZA ERRORI. Queste persone non distinguono più i sapori. Problema
anche pericoloso, queste persone  mettono in bocca qualsiasi cosa, ovviamente la sicurezza
dell’ambiente nella gestione di pazienti con Alzeihmer  è importante, va controllato tutto quello che è
nocivo.
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE. La conversazione, metterci in relazione con qualcun altro,
significa che siamo in grado di dire quello che siamo noi, quello che ci piace e quello che non ci piace,
in questi pazienti non c’è possibilità di comunicazione, vanno interpretate le diverse sensibilità.
Quando si parla con un paziente. con  ALZEIHMER non si pongono domande, ma si dovrebbero dare
delle risposte, per es. oggi sto bene,  è una bella giornata, in questo seguono, perché il bene il male, il
brutto il cattivo, sono dimensioni che vengono percepite, ma è l’operatore che deve dirlo.
Queste persone si rubano a vicenda, si nascondono le cose, questi atteggiamenti, vanno tollerati, non
si tollera il mangiare nei piatti degli altri perché  il mangiare insieme è un fatto sociale. Questo
atteggiamento si cerca di recuperarlo, in modo che a casa possono mangiare a tavola con gli altri, in
modo che mangiano, vanno in giro sistematicamente, loro non mangiano perché non sanno cosa
significa mangiare, e quindi vanno incontro a dimagrire. C’è una riduzione di mortalità per
denutrimento. Per l’aprassia, questi pazienti non afferrano il bicchiere dalla tavola , quindi non
devono.
TOILETTE –  Sono pazienti, che a
livello globale non hanno atteggiamenti appropriati socialmente,
sensoriale, scambia il cestino per Water,
linguaggio e comunicazione: il paziente non è in  grado di chiedere aiuto.
Movimento: a causa dell’aprassia non riesce ad azionare una chiusura lampo ,
ABBIGLIAMENTO:
Frontale, La persona perde il pudicismo, si scopre in pubblico, abito come invito sessuale, I dementi
di tipo frontale hanno atteggiamenti sessuali disinibiti, La sessualità deve in qualche modo deve essere
gestita.
A livello sensoriale. Inadeguatezza a vestirsi in relazione caldo freddo, consiglio ai familiari di
utilizzare le tute.
Linguaggio, l’incapacità di chiedere
Funzione motoria, incapacità di vestirsi, di legare, di infilarsi le calze. Le stravaganze del vestirsi sono
tollerate, perché sono legate alla personalità alle caratteristiche dell’individuo. Il problema invece è
spogliarsi, il non togliere gli indumenti e dormirci e tenerli senza mai toglierlo, per arrivare al
convincimento, di cambiare l’indumento, vanno utilizzati metodi di relazione e argomentazioni di
convincimento.
LA CURA DI SE legato alla gestione del proprio corpo, es. la dentiera, viene esibita in pubblico,
persone che infilano la dentiera in posti più impensabili.
Sensoriale l’odore della pelle, che i batteri determinano l’acido capronico e determina quel cattivo
odore. Anche le ditte cosmetiche sono in  fase di ricerca,  per evitare questo problema per eliminare
l’odore.
Linguaggio e movimento, l’incapacità di comunicare.
Movimento, l’incapacità di utilizzare lo spazzolino, quindi si consiglia di mettere il dentifricio sulle
mani.


2

2

LA REGOLA DEL  CINQUE + DIECI è qualcosa che nasce da questo sistema biassiale,
l’atteggiamento nei confronti di questi pazienti deve essere di tipo PROTESICO, La PROTESI ha la
funzione di sostituire e di recupero funzionale, che deve permettere di recuperare le funzioni, di dare
qualche cosa che permette di mantenere quelle funzioni. Le cinque funzioni DI BASE che si può
cercare di recuperare sono:
1.
Mangiare
2.
Vestirsi
3.
prendersi cura di se
4.
la toilette
5.
bagno, nel senso di lavarsi.
Su queste cinque funzioni il lavoro deve essere sistematico e quotidiano, devono essere gli obiettivi
principali, e sono obiettivi praticabili.
Altre Dieci attività che in qualche modo possono essere definite possibili, non sempre raggiungibili
sono:
Parlare,
Camminare,
Cantare,
Lavorare,
Ridere,
Ricordare, legato all’autobiografia
Ballare,
Guardare,
Toccare,
Pregare, rispettando le piene libertà,
Queste dieci attività vanno poi distinte in
NECESSARIE; per il mantenimento dello stato di salute, e sicuramente è il sonno,
ESSENZIALI; l’essenzialità è data dallo sviluppo e dallo stimolo della capacità di relazioni, legate
alla comunicazione, utilizzare strategie comunicative, come il ballo, il canto, che  sono strategie
comunicative eccezionali, il concetto di intimità, queste persone adorano essere abbracciate,
accarezzate, è una cosa che riesce a smontare situazioni di agitazione, comprende il maternale nel
senso di protezionismo. Trasmettere queste metodologie anche ai parenti, sono annichiliti, dalla
gravità della malattia, Queste perone dementi hanno come punto di riferimento  la famiglia  e quindi
anche la famiglia deve essere coinvolto. Il Centro diurno ha la resa ottimale quando arriva al massimo
di 30 ospiti, 5 operatori su 30 , 2 infermieri e gli altri 3 sono  OSS, 1 geriatra,  1 psicologo, a
consulenza. Alcune regioni rimborsano la quota Sanitaria, i familiari pagano la quota sociale, (vitto,
pannolini, ecc)
SIGNIFICATIVE;  lavoro, conservano una certa autonomia nel lavoro. Gioco, sono in grado di seguire
il gioco, tipo carte, tombola, Ricreazione, Pet terapy, terapia con gli animali, il giardinaggio è un
operazione complessa, e una persona con demenza non può gestire, perché lo si mette in agitazione
prestazionale, bisogna scegliere dei compiti semplici, oppure deve esserci un operatore dedicato. Per
esempio la coltivazione dei bulbi è più semplice e quindi fattibile per questi pazienti.
GIARDINO Alzeihmer?
ATTIVITA’ DI BASE
ATTIVITA’
NECESSARIE
ATTIVITA’
ESSENZIALI
ATTIVITA’
SIGNIFICATIVE      
Le cinque attività della
vita quotidiana
Attività necessarie per
la salute
Attività essenziali per
l’interazione
Impegni speciali    
Toletta
Cura di se
Bagno
Abbigliamento
Alimentazione
Sonno naturale
Riposo/Rilassamento
Tempo
all’esterno/Privacy
Comunicazione
Movimento
Intimità/Tocco
Famiglia/Socializzazione
Lavoro
Gioco
Ricreazione          


2




2





















Le ATTIVITA’ SIGNIFICATIVE,sono legate alla capacità di giocare, attività ricreative.
Il bagno è uno dei momenti più difficili, vanno messi poco elementi, queste persone odiano gli
specchi, perché quando vedono la figura entrano in confusione, non riconoscono la persona. I sistemi
di sicurezza, sarebbe opportuno che venga usata la doccia con la sedia. Il sistema di lavare queste
persone, richiede la loro conoscenza, alcune hanno paura del getto d’acqua, quindi in questo caso è
opportuno l’utilizzo di spugnature. Non porre domande, ma approccio delicato e convincente, che
emani sicurezza.
Parlare anche quando queste persone non rispondono. Mettere sempre un oggetto tra l’operatore e il
paziente, (spazzola, spugna, doccia,) l’oggetto attrae l’attenzione e la distoglie da quello che si sta
facendo.
La televisione non funzione con queste  persone, mentre funzione raccontare storie. Questi pazienti
ascoltano la storia. Funziona fare la musica,
DISABILITA’
“Limitazione nella capacità funzionale GLOBALE dell’individuo nella società”
E’ una persona che non è in grado di fare la vita quotidiana. Per definire una persona disabile ci si
riferisce alle ADL (ACTIVITY DAILY LIVING) che sono le attività di vita quotidiane. Viene
utilizzata questa scala per definire anche legalmente le disabilità: sono 6 le funzioni da valutare:
1.m
angiare,
2.vestirsi,
3.lavarsi,
4.utilizzo dei servizi igienici,
5.m
uoversi,
6.controllo degli sfinteri.
Altro problema oltre alla disabilità, è la morbilità che, in senso epidemiologico, è la suscettibilità a
contrarre malattie, in riferimento a malattie croniche.


2

5

La prevalenza delle disabilità aumenta con l’aumentare dell’età ed aumenta il tipo di disabilità, fino a
quella chiamata “catastrofica “ che corrisponde al  paziente allettato e che dipende dagli altri per tutte
e sei le ADL,
Nelle donne la disabilità più frequente risiede nell’incontinenza, per un fattore anatomico, L’incidenza
ci dice quanti nuovi casi nel periodo di riferimento, ci sono stati, quindi la velocità  di perdite di ADL,
allora l’efficacia dell’assistenza si misura riduzione dell’incidenza di una malattia; la disabilità
progressiva viene misurata sulla capacità di movimento e l’incidenza di questo problema si alza nelle
fasi di età più avanzata. (l’età più fragile) L’autonomia del movimento si valuta con: Sig. Si alza dal
letto e va in bagno, 2)si alza e riesce a sedersi sulla sedia, si alza e va in cucina, questi tre ambiti
misura la capacità del movimento.
COMPONENTI PATOGENETICHE DELLA DISABILITA’

FATTORI BIOLOGICI
-Patologie
-Decadimento funzionale senile
-Cause patogenetiche

FATTORI SOCIO ECONOMICO
-Povertà
-Solitudine

FATTORI PSICOLOGICI
Depressione
COME SI ACCERTA LA DISABILITA’?
Sono indispensabili tre elementi per definire la disabilità. La valutazione dello stato funzionale,
attraverso
1.
ADL
2.
IADL
3.
Prove motorie semplici del cammino, dell’equilibrio e della postura.
Si utilizzano 2 scale per la valutazione funzionale: ADL , IADL, queste prevedono un’attività mediata
da oggetti quindi attività strumentale.
Sei aree funzionali compongono le ADL autonomia nel lavarsi, vestirsi, uso dei servizi igienici,
muoversi (dentro la propria abitazione), mantenimento della funzione sfinteriale, mangiare.
Sono messi in ordine gerarchico cioè tendono ad essere perdute in successione, infatti l’alimentazione
è la più resistente viene conservata anche nei dementi.
Attività strumentali (IADL) sono otto aree messe anche queste in ordine gerarchico:
1.
uso del telefono.
2.
capacità di fare acquisti
3.
cucinare
4.
cura della casa (mantenimento di un ordine funzionale degli oggetti di maggior uso
5.
fare il bucato
6.
spostarsi con i mezzi pubblici (mobilità)
7.
autonomia nell’assunzione di farmaci
8.
maneggiare il denaro
ADL: Per il lavarsi, l’anziano non si fa lavare i capelli, si agita molto.  Per vestirsi: difficoltà nell’
abbottonare, i bottoni si possono sostituire con velcro.
Per l’uso dei servizi igienici dovrebbero esserci dei maniglione, le dimensioni delle porte dovrebbero
essere più grandi, non devono essere  tappeti nei bagni; l’allettamento è della persona che non riesce
da sola a scendere dal letto.  L’ADL persa dell’alimentazione è la difficoltà di portare il cibo alla
bocca allora si consiglia di far mangiare con le mani (cibi adatti), i primi problemi con le posate è con
il coltello nello sbucciare la mela o tagliare il pane.  Nell’alimentazione dell’anziano allettato
l’attenzione va posta alle briciole che se rimangono nel letto si depositano nella parte più declive e
possono dare origine a decubiti.


2

6

In ambienti  non italiani (da noi lo fanno i geriatri) lo strato funzionale viene valutato esclusivamente
da infermieri.
VALUTAZIONE FUNZIONALE

Autosufficienza, (BADL – IADL)

Equilibrio

Cammino
Viene identificata dalle necessità di aiuto nelle:
BADL
IADL
-lavarsi
-
usare il denaro
-vestirsi
-
fare acquisti
-uso del bagno
-cucinare
-trasferirsi
-cura della casa
-m
antenere la continenza sfinterica
-fare il bucato
-alimentarsi
-spostarsi con i mezzi pubblici
-
assumenre i farmaci
-m
aneggiare il denaro
ADL (si assegna un punteggio )
FARE IL BAGNO(vasca, doccia, spugnature)
Fa il bagno da solo (entra ed esce dalla vasca senza aiuto)
1
Ha bisogno di assistenza soltanto nella pulizia di una parte del corpo
1
Ha bisogno di assistenza per più di una parte del corpo
0
VESTIRSI(prendere i vestiti dall’armadio compreso l’intimo, scarpe,ecc)
-Prende i vestiti e si veste completamente senza bisogno di assistenza;
1
-prende i vestiti e si veste autonomamente: necessita di aiuto per allacciare le scarpe 1
-ha bisogno di aiuto o rimane parzialmente o completamente svestita
0
TOILETTE(Andare in bagno per la minzione e l’evacuazione, pulirsi e rivestirsi
-va in bagno si pulisce e si riveste senza bisogno di aiuto
(può utilizzare supporti quali:bastoni, deambulatori, sedia a rotelle ecc.)
1
-ha bisogno di assistenza per andare in bagno, pulirsi e rivestirsi
1
-non si reca in bagno
0
SPOSTARSI
-Si sposta dentro e fuori dal letto ed in poltrona senza assistenza
1
-compie questo trasferimento se aiutato
0
-allettato non esce dal letto
0
CONTINENZA DI FECI ED URINA
-controlla completamente feci ed urine
1
-“incidenti occasionali”
0
-Necessita di supervisione per controllo di feci e urine,
oltre al catetere è incontinente
0
ALIMENTAZIONE
Senza assistenza
1
Assistenza solo per tagliare la carne e il pane
1
Assistenza per portare il cibo alla bocca, nutrizione parenterale parziale o totale
0___
PUNTEGGIO TOTALE
10
VALUTAZIONE  IADL


2

7

ABILITA’ AD USARE IL TELEFONO
- usa il telefono di propria iniziativa
1
-compone solo pochi numeri ben conosciuti
1
-risponde al telefono
1

incapace di usare il telefono
0
FARE LA SPESA
-si prende cura della spesa e la fa in maniera autonoma
1
-è capace di effettuare solo pochi acquisti
0
-ha bisogno di essere accompagnato per qualunque tipo di acquisto
0
-è completamente incapace di fare la spesa
0
PREPARARE I PASTI
-Pianifica i pasti, li prepara correttamente e li serve in maniera autonoma
1
-prepara i pasti solo se sono pronti tutti gli ingredienti
0
-è in grado di riscaldare cibi pronti o di preparali in modo non costante,
0
-ha bisogno di cibi già preparati e di essere servito
0
CURA DELLA CASA
-riesce ad occuparsi della casa o con aiuto occasionale
1
-riesce ad effettuare lavori domestici leggeri,
ma non mantiene livelli adeguati di pulizia
1
-ha bisogno di aiuto per tutte le pulizie della casa
0
-è completamente disinteressato a qualsiasi faccenda domestica
0
FARE IL BUCATO
-Lava tutta la propria biancheria
1
-lava solo i piccoli indumenti
1
-tutto l bucato deve essere fatto da altri
0
SPOSTAMENTI FUORI CASA
-viaggia autonomamente con mezzi pubblici o automobile propria
1
-fa uso di TAXI ma non è capace di prendere mezzi pubblici
1
-viaggia su mezzi pubblici solo assistito o accompagnato
1
-viaggia in auto o TAXI quando è assistito o accompagnato da altri
0
-non può viaggiare affatto
0
ASSUNZIONE DEI PROPRI FARMACI
-è capace di assumere correttamente le medicine
1
-è capace di assumere le medicine solo se in precedenza preparate e separate
1
-è incapace di assumere da solo le medicine
0
USO DEL PROPRIO DENARO
-provvede in modo autonomo alle proprie finanze(conti, fare assegnino
pagare l’affitto, ) controlla le proprie entrate
1
-provvede alle spese e ai conti quotidiani, ma ha bisogno di aiuto per
le operazioni maggiori(andare in banca ecc)
1
-è incapace a maneggiare denaro in modo proprio
0____
PUNTEGGIO TOTALE
16


2

8

PROVA DELLO STANDING AND WALKING
Valutazione del cammino e dell’equilibrio si valuta il modo con cui  le persone si alzano della sedia se
si appoggiano, se portano avanti la testa o normalmente caricano sui quadricipiti per alzarsi.  Si valuta
il camminare:  tandem un piede dietro l’altro o semi tandem mettono il piede vicino al tallone
dell’altro.
Questi strumenti vengono usati dagli infermieri perché non sono diagnostici ma indirizzano a capire di
che tipo di esistenza l’individuo che abbiamo davanti ha bisogno, cioè servono a dare solo valutazione
funzionali.
STANDING AND WALKING
-
alzarsi dalla sedia
-
camminare
PROVA DI EQUILIBRIO
-     Ad occhi chiusi
-
tandem(piede uno davanti all’altro)
-
semitandem (piede vicino al tallone)
Mini Mental Test Examination  (MMSE)
MMSE: nasce in ambiente psichiatrico. Va somministrato sotto forma di colloquio, in modo informale
cercando di mettere completamente a proprio agio il paziente. E’ stato validato sulla popolazione
italiana per cui può essere considerato da un punto di vista epidemiologico molto specifico  e
sensibile, utilizzabile soprattutto come test di  screening.
È composto da undici items di cui ognuno esplora un’area cognitiva per individuare dove esiste il
problema.  I sette primi items riguardano l’orientamento e la funzione della memoria (sopra tutto la
registrazione) in che anno , siamo , la settimana, la stagione. Va chiesta la nazione, la regione,
l’ospedale.
Poi viene valutata la memoria attraverso la ripetizione di tre parole, pane, casa, gatto. La volta
successiva si cambia l’ordine.
Quindi la prova logico – deduttiva di concentrazione e attenzione attraverso il calcolo matematico.
Bisogna contare all’indietro partendo da 100 e ogni volta sottraendo 7 . In alternativa può essere
svolta la prova della sillabazione di una parola dall’ultima sillaba alla prima .
Dopo di che si passa a valutare il linguaggio, facendo riconoscere un oggetto ( il demente non né da il
nome ma dice a cosa serve),
Poi si fanno ripetere due scioglilingua tipo Tigre contro Tigre  o “non c’è se e non c’è ma che tenga”
Poi c’è la prova del comando: prenda un foglio di carta, lo pieghi in due, lo butti per terra; comando a
tre sezioni
Poi si fa leggere ed eseguire quello che c’è scritto con il comando “chiuda gli occhi” e gli si chiede di
fare ciò che c’è scritto.
Poi si chiede di scrivere una frase di senso compiuto, qualsiasi cosa gli venga in mente;
Infine la prova dell’aprassia, sono due pentagoni che si incrociano per due lati, chi ha problemi
cognitivi ha molti problemi a rifare questi disegni.
Se si risponde in maniera corretta a tutto si totalizzano  30 punti:
-
Da 26 a 30 indica situazione di normalità
-
Da 26 a 18 indica situazione di compromissione di alcune aree
-
Da 17 in giù indica una malattia cognitiva importante (i dementi non vanno oltre 10)


MODELLO DI SCHEDA MMSE

in che anno, stagione, mese, data, giorno della settimana siamo?
(massimo 5 punti)

in che nazione, regione, città, luogo(ospedale , casa) ci troviamo
(massimo 5 punti)
annunciare al paziente che si farà un test di memoria
-dire al paziente che gli verranno elencati i nomi di tre oggetti,
Lei dovrà ripeterli dopo che io li avrò detti tutti è tre,
dire” CASA, PANE, GATTO, “nominandoli uno al secondo;
chiedere poi al paziente di ripetere il nome dei tre oggetti:                        (Assegnare 1 punto per
ogni risposta esatta al
primo tentativo)
Nel caso il paziente non sia in grado di rievocarli tutti e re al primo
Al primo tentativo, ripeterli, fino ad un massimo di 6 volte. Finche
il soggetto non li abbia appresi tutti e tre. Registrare il numero dei
tentativi___________
FARE ENTRMBE LE SEGUENTI  PROVE ED ASSEGNARE IL PUNTEGGIO MIGLIORE
OTTENUTO IN UNA DELLE DUE:
serie “7”. Si chiede al paziente
di sottrarre da 100 (che non viene contato nel punteggio) la cifra “7”
per cinque volte, si assegna 1 punto per ogni risposta corretta (93, 86, 79,72, 65, ).
Scandire ”  c-a-r-n-e “ al contrario  “e-n-r-a-c-“ il punteggio è dato dal n° delle risposte corrette
(es.   e-n-a-r-c”=3,  .
Chiedere i tre nomi appresi precedentemente(casa, pane, gatto).
-Mostrare al paziente un orologio da polso e chiedere cosa è.
Fare lo stesso con una matita
( massimo 2 punti)
- chiedere al paziente di ripetere la segunte frase dopo di voi :( non c’è nè se né ma che tenga).
Solo un tentativo
(1 punto)
-fare eseguire un comando a tre gradi, “prenda un foglio con la mano dx. Lo pieghi a metà e me lo
restituisca”
( massimo 3 punti)
- legga quello che è scritto qui (mostrare il cartoncino) e lo faccia (il cartoncino contiene il comando
“chiuda gli occhi”)
( massimo 1 punto)
-scriva una frase qualsiasi che le viene in mente (il punto viene assegnato se la frase contiene
soggetto, predicato, ed ha un senso, non considerare gli errori di ortografia,
- copi questo disegno “il punto viene assegnato solo se sono presenti 10 angoli, e due di questi si
intersecano, tremore e rotazione vanno ignorati.  
GERIATRIC DEPRESSION SCALE (GDS)
Mi risponda in base a come si è sentito la settimana scorsa.

è fondamentalmente soddisfatto della sua vita,
(0) SI
(1)NO

ha interrotto molte cose che faceva prime e che le piaceva fare
(1) SI
(0)NO

sente vuota la sua vita?
(1) SI  (0)NO
2

9



3




si annoia spesso
(1) SI  (0)NO

è di buon umore la maggior parte del tempo
(0) SI
(1)NO

ha paura che le possa accadere qualcosa di male
(1) SI
(0)NO

si sente in genere felice
(0) SI  (1) NO

si sente spesso abbandonato
(1) SI  (0)NO

preferisce stare a casa nzichè uscire e fare cose nuove
(0) SI
(0)NO

sente di avere più problemi di memoria rispetto ad altri
(1) SI
(0)NO

pensa che sia bello essere vivi oggi
(0) SI
(1)NO

si sente un po’ inutile cosi come è oggi
(1) SI
(0)NO

si sente pieno di energia
(0) SI  (1)NO

ha perso ogni speranza che la cosa possa migliorare
(1) SI
(0)NO

pensa che gli altri siano per lo più meglio di lei
(1) SI
(0)NO
Da 0 a 5 sintomatologia normale
Da 6 a 9sintomatologia Depressiva
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
Un processo diagnostico multidimensionale spesso interdisciplinare, consente -attraverso
l’identificazione delle risorse e dei problemi medici, psicosocialie funzionali della persona anziana
fragile, di programmare un piano di trattamento e di follow up specifico ed individualizzato per quel
paziente.
Con  la  valutazione multidimensionale vengono scoperti, descritti e per quanto possibile, vengono
spiegati i multipli problemi della persona anziana, e nella quale le risorse ed i punti di forza della
persona sono classificati, valutate le necessitàdi assistenza, e viene sviluppato un piano coordinato,
focalizzato sui problemi specifici della persona.
La valutazione multidimensionale, in termini generali, ha l'obiettivo di definire in modo complessivo
lo stato di salute di una persona anziana.
Col termine "valutazione", infatti, si intende l'analisi accurata delle capacità funzionali e dei bisogni
che la persona anziana presenta a vari livelli:

livello biologico e clinico (stato di salute, segni e sintomi di malattia, livelli di autonomia,
ecc.);

livello psicologico (tono dell’umore, capacità mentali superiori, ecc.);

livello sociale (condizioni relazionali, di convivenza, situazione abitativa, economica, ecc.);

livello funzionale (disabilità, ovvero la capacità di compiere uno o più atti quotidiani come
lavarsi, vestirsi, salire le scale ecc.);
Un sistema di valutazione multidimensionale include inoltre un programma di intervento
personalizzato. Dopo aver effettuato la valutazione vera e propria, compito dell'UVG, vengono
definiti quali provvedimenti bisogna prendere per migliorare le condizioni di vita della persona
interessata.
Si tratta di un programma articolato, in grado di abbracciare vari aspetti: sanitario, assistenziale ma
anche sociale, capace di privilegiare uno di questi ambiti a seconda delle esigenze che emergono nella
fase valutativa.
Spesso ci si riferisce al protagonista della VMD, l'anziano, parlando di anziano fragile. Si tratta di un
soggetto gravato da problemi evidenti (ad esempio: disabilità unita alla presenza di sindromi
geriatriche), rispetto ai quali risulta necessario dover prendere una qualche iniziativa.


3

1

La VMD, di fronte a simili situazioni, è uno strumento indubbiamente efficace, perchè permette di
definire in modo completo le condizioni del paziente.
L'anziano fragile
Il concetto di "anziano fragile" (traduzione dell'espressione inglese "frail elderly") non è facilmente
definibile. L'anziano fragile, intuitivamente, è un soggetto debole, che ha bisogno di sostegno; tuttavia
possono (e devono) essere offerti dei parametri più precisi.
Le definizioni di "anziano fragile" che la letteratura scientifica offre sono numerose. Spesso, tra l'altro,
su alcuni punti c'è disaccordo. Qui si cercheranno di evitare le questioni più spinose, nella certezza
che, nonostante tutto, sia possibile offrire un quadro abbastanza chiaro.
L'anziano fragile, in generale, è un soggetto con tali caratteristiche:
età avanzata o molto avanzata (comunque over 65);
disabilità a diversi gradi;
presenza di sindromi geriatriche (cadute, piaghe da decubito, ecc.) o comorbilità (compresenza di
molteplici patologie), elementi che causano uno stato di salute instabile;
problemi di tipo socio-economico, che contribuiscono ad aggravare la situazione.
Il peso di ognuno di questi fattori, ovviamente, sarà diverso in ciascun caso che si presenta.
Col profilo proposto, comunque, vengono definiti dei punti di riferimento, riuscendo a creare una
categoria. Si concettualizza la "fragilità", la si delinea come una condizione di rischio elevato, che
causa un significativo deterioramento della qualità della vita.
Come funziona la VMD?
•Lavoro centrato per problemi: La presentazione del paziente per la presa in carico, la gestione del
paziente ed il follow up sono organizzati secondo la metodologia della lista dei problemi: vengono
identificati problemi e risorse del paziente, vengono identificati i punti di rottura dell'equilibrio della
situazione globale del paziente e vengono identificati e possibilmente trattati le chiavi di volta della
situazione.
DOMINI
_Stato funzionale di organi ed apparati
_Funzioni cognitive
_Tono dell’umore
_Funzionalità motoria
_Comorbilità
_Autosufficienza
_Risorse ambientali
_Risorse economiche
IL PROBLEMA DELLE SCALE
Scale valutative
Valutazione Multi Dimensionale (The Comprehensive Geriatric Assessment)
-
Mini Mental Scale Examination
- Geriatric Depression Scale
- Instrumental, Activities of Daily Living
- Barthel Index
- Global Evaluation Functional Index
- Mini Nutritional Assesssment
- Scala di Equilibrio di Tinetti
- Scala di polipatologia di Marigliano-Cacciafesta


3



- Cumulative lllness Rating Scale, Kaplan-Feinstein
- Geriatric Index of Comorbility
Scale valutative strutturate, specifiche per ambiti di valutazione ( funzionale, cognitivo, affettivo,
gravità di malattia, stress familiare, ecc.)
•Poiché la VMD è un processo multidisciplinare che coinvolge il paziente, i familiari del paziente,
l’infermiere professionale, l’aiutante, il terapista della riabilitazione, il medico l’assistente sociale ecc
è necessario creare un linguaggio comune  oggettivo e universalmente condiviso per comunicare,
confrontare i risultati e gli insuccessi
La VMD ha come oggetto l'anziano, spesso identificato nell'anziano fragile.  Bisogna specificare,
però, quali siano gli strumenti che la costituiscono, ovvero i mezzi attraverso i quali si effettua
concretamente la valutazione dell'anziano.
Per farlo è sufficiente seguire lo schema sottostante.
La VMD ha due elementi base: i test e il modello.
I test rappresentano la parte che permette la misurazione degli aspetti riguardanti la vita dell'anziano
e la sua condizione fisica. Ogni test misura un aspetto relativo ad un certo ambito: ad esempio le
capacità cognitive della persona interessata, o la sua condizione fisica vera e propria.
Rispetto a questo punto i test sono suddivisibili, all'incirca, in quattro aree:

test che valutano l'aspetto biologico;

test che valutano l'aspetto funzionale;

test che valutano l'aspetto mentale (cognitivo / psicologica);

test che valutano l'aspetto sociale.
I test danno dei risultati numerici, o valori inquadrati in una scala (ad esempio: mobilità del soggetto
buona, sufficiente, scarsa). I risultati vengono poi elaborati all'interno del modello, che in base alle sue
caratteristiche definirà quale posizione avrà quel certo soggetto nella classificazione da esso prevista,
risultando cioè un profilo della situazione dell'anziano considerato. A seconda del risultato ottenuto
l'UVG definisce gli interventi socio - sanitario - assistenziali necessari.
Questa è la descrizione generale, ma è opportuno scendere anche nel dettaglio. Innanzitutto la
suddivisione test / modello. I test non sono scorporati dal modello. Le due fasi (misurazione con i test
ed elaborazione dei risultati col modello) sono divise solo temporalmente, ma concettualmente
appartengono allo stesso piano.
Con questo si intende dire che, quando si costruisce un modello VMD, lo si elabora privilegiando
certe caratteristiche, e che in base alle scelte fatte si decide anche quali test sono più adatti al modello
concepito: se, ad esempio, si intende creare un modello VMD orientato ad una classificazione del
grado di bisogno di assistenza continua, si utilizzeranno test orientati alla valutazione dell'ambito
funzionale.

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