domenica 22 gennaio 2017

ORIENTAMENTO AL RUOLO

ORIENTAMENTO AL RUOLO

L’operatore socio-sanitario (OSS) è una figura professionale, istituita con Atto del 22 febbraio 2001 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato ,le Regioni e le Province autonome, che trova origine nella sintesi dei distinti profili professionali degli operatori dell’area sociale e di quella sanitaria per rispondere in modo più adeguato all’evoluzione dei servizi alla persona, intesa nella globalità dei suoi bisogni.
All’inizio degli anni Ottanta aumenta, in modo vertiginoso, la richiesta di servizi assistenziali rivolti alle persone e si afferma la necessità di una qualificazione professionale di coloro che rendono all’utenza, che ne fa richiesta, i cd. Servizi di cura.
L’AUSILIARIO SOCIO-SANITARIO SPECIALIZZATO E L’OPERATORE TECNICO ADDETTO ALL’ASSISTENZA (OTA)
Con D.M. 10 febbraio 1984 vengono identificati profili professionali attinenti a figure parasanitarie nuove ed atipiche, ovvero di dubbia iscrizione ai sensi dell’art. 1, comma 4, del D.P.R. 20 dicembre 1979, n. 761 di disciplina dello stato giuridico del personale delle Unità sanitarie locali.
Tra questi profili di nuova generazione è ricompreso l’ausiliario socio sanitario specializzato la cui funzionalità professionale viene definita in rapporto alla figura infermieristica ed, in particolare, per sgravare quest’ultima di  una serie di competenze assistenziali di base.
In particolare, il decreto ministeriale che ne istituisce il profilo professionale affida all’ausiliario socio-sanitario specializzato il compito di assicurare le pulizie negli ambienti di degenza ospedaliera, diurna e domiciliare, ivi comprese quelle del comodino e delle apparecchiature della testata del letto, di provvedere al trasporto al trasporto degli infermi in barella ed in carrozzella ad al loro accompagnamento se deambulanti con difficoltà, di collaborare con il personale infermieristico nella pulizia del malato allettato e nelle manovre di posizionamento nel letto. Il decreto precisa altresì che l’ausiliario socio-sanitario è responsabile della corretta esecuzione dei compiti che sono stati affidati dal caposala e prende parte alla programmazione degli interventi assistenziali per il degente.
Il D.M. 15 giugno, n. 590 approva il regolamento che definisce tale figura, nonché il programma didattico del corso di qualificazione professionale  articolato in parte teorica e parte pratica.
Con il D.P.R. 28 novembre 1990, n. 384 viene introdotta nel personale del comparto sanità la figura professionale dell’operatore tecnico addetto all’assistenza (OTA), il cui profilo e i corsi di qualificazione sono regolamentati con il D.M. 26 luglio 1991, n. 295.
La figura viene disciplinata con la evidente necessità di introdurre, nei servizi del SSN, un operatore che abbia la capacità di attendere ad attività di tipo igienico ed alberghiero, oltre che assistenziali in forma di collaborazione subordinata con l’infermiere.
In particolare, l’operatore tecnico addetto all’assistenza svolge la propria attività nei seguenti campi ad opera sotto la diretta responsabilità dell’operatore professionale della 1a categoria con funzione di coordinatore (Capo sala) o, in assenza di quest’ultimo, dell’infermiere professionale responsabile del turno di lavoro:
Attività alberghiere;
Pulizia e manutenzione di utensili, apparecchi, presidi usati dal paziente e dal personale medico ed infermieristico per l’assistenza al malato;
Collaborazione con l’infermiere professionale per atti di accadimento semplici al malato.
Nell’ambito di competenza, oltre a svolgere i compiti dell’ausiliario addetto ai servizi socio-sanitari, esegue le seguenti ulteriori funzioni:
Lavaggio, asciugatura e preparazione del materiale da inviare alla sterilizzazione e relativa conservazione;
Provvede al trasporto degli infermi in barella ed in carrozzella ed al loro accompagnamento se deambulanti con difficoltà;
Trasporto del materiale biologico, sanitario ed economale secondo protocolli stabiliti;
Rifacimento del letto non occupato e igiene dell’unità di vita del paziente (comodino, letto, apparecchiature);
Preparazione dell’ambiente e dell’utente per il pasto e aiuto nella distribuzione e nell’assunzione;
Riordino del materiale e pulizia del malato dopo il pasto;
Aiuto al paziente nel cambio della biancheria e nelle operazioni fisiologiche;
Comunicazione all’infermiere professionale di quanto sopravviene durante il suo lavoro in quanto ritenuto incidente sull’assistito e sull’ambiente;
Partecipazione con l’equipe di lavoro, limitatamente ai propri compiti;
Esecuzione dei compiti affidati dal capo sala.
In collaborazione o su indicazione dell’infermiere professionale provvede:
Al rifacimento del letto occupato;
All’igiene personale del paziente;
Al posizionamento ed al mantenimento delle posizioni terapeutiche.
Requisito culturale per l’accesso alla figura è il diploma di scuola media secondaria di I grado. Secondo quanto disposto dal citato D.M. 295/1991, è prevista, altresì, la frequenza al corso di qualificazione per operatore tecnico addetto all’assistenza.
Questa figura è, oggi, definita dalla contrattazione collettiva, valida per il comparto Sanità, profilo ad esaurimento contestualmente all’istituzione, nelle dotazioni organiche di ciascuna azienda del SSN del profilo dell’operatore socio-sanitario.
L’OPERATORE ADDETTO ALL’ASSISTENZA DI BASE (OSA, AADB,ADEST)
Nell’area sociale si sono sviluppate negli ultimi anni una pluralità di figure in risposta a nuovi segmenti di bisogno. Molte di queste figure sembrano accavallarsi nell’esercizio concreto delle competenze degli operatori di assistenza di base.
L’operatore  di assistenza di base svolge la sua attività in campo socio assistenziale a  livello domiciliare o in realtà residenziali, con compiti non specialistici e di aiuto all’utente (anziani, portatori di handicap, famiglie in stato di bisogno, ammalati) nelle attività di vita quotidiane. L’aiuto può essere di tipo domestico, igienico-sanitario e nella vita di relazione.
L’attività lavorativa comporta il confronto con le persone assistite e le loro famiglie, e una collaborazione costante per la realizzazione del progetto di vita personalizzato che è finalizzato alla conservazione delle residue autonomie evitando forme di emarginazione.

L’OSA (operatore socio-assistenziale)
La figura dell’operatore socio-assistenziale lavora nel sociale in enti pubblici e privati quali ospedali, centri formativi, case di cura e riposo, cliniche, asili, scuole con diverse specializzazioni:
Operatore socio-assistenziale per l’infanzia: è una figura di affianco al genitore nelle attività educative e formative indirizzate a bambini con difficoltà anche lievi di apprendimento e sviluppo, con problemi comportamentali o di socializzazione.
Operatore socio-assistenziale per gli anziani: offre supporto alle persone in età avanzata affiancandole nelle problematicità che le condizioni di vita recano quotidianamente.
Operatore socio-assistenziale per disabili: è una figura di supporto alle persone affette da difficoltà psico-motorie.
Operatore socio-assistenziale per tossicodipendenti: offre supporto soprattutto dal punto di vista psicologico a persone con problemi di dipendenza affiancandole nel lungo e difficile percorso della disintossicazione.
Operatore socio-assistenziale multiculturale: offre supporto ed affiancamento al difficile processo di integrazione nella nostra società di persone straniere ed extracomunitari.
Operatori socio-assistenziali turistico per disabili: offre supporto ed aiuto durante i momenti di svago, viaggi e vacanze per disabili.
L’AADB (addetto assistenza di base)
L’addetto all’assistenza di base svolge la sua attività prevalentemente nell’assistenza diretta, di solito anziani e portatori di handicap, e nella cura dell’ambiente di vita, sia presso il domicilio dell’assistito che nelle strutture di cura.
Opera in collegamento con i servizi e con le risorse sociali nell’attuazione di percorsi terapeutici volti ad uno sviluppo equilibrato della personalità, con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana al fine di favorire l’autonomia personale dell’utente, nel rispetto della sua autodeterminazione.
I suoi compiti assistenziali si riassumono nelle seguenti aree di competenza generale:
Aiuto per il governo della casa, come, ad esempio, il riordino del letto e della stanza di residenza, la pulizia generale dell’alloggio di vita curandone l’aereazione e l’illuminazione, il cambio della biancheria e l’utilizzo del servizio di lavanderia, la preparazione e/o aiuto per il pranzo e per gli acquisti, l’eventuale fornitura di pasti a domicilio;
Aiuto alle attività della persona, come, ad esempio, alzarsi dal letto, la pulizia del corpo e la vestizione, la nutrizione e l’eventuale aiuto nell’assunzione dei pasti;
Aiuto per favorire l’autosufficienza nella quotidianità, come, ad esempio, l’aiuto per una corretta deambulazione e/o per la movimentazione degli arti invalidi, ovvero per il giusto posizionamento degli arti in condizione di riposo, la movimentazione dell’anziano allettato e l’aiuto nell’uso di strumenti e attrezzi per lavarsi, vestirsi, mangiare da soli, camminare;
Spettano anche interventi igienico-sanitari di semplice attuazione, sotto il controllo del medico quali:
Il controllo nell’assunzione farmacologica e l’effettuazione o il cambio di piccole medicazioni, su prescrizione medica;
La prevenzione delle piaghe da decubito;
Il collegamento fra l’anziano ed i servizi sanitari territoriali.
In collaborazione con l’assistente sociale può svolgere compiti di segretariato sociale come fornire informazioni su pratiche, riscossione su delega (pensioni, assegni ecc), contatti con altri servizi socio-sanitari del territorio, accompagnamento dell’assistito a visite mediche o presso altre circostanze quando questi no sia autosufficiente ovvero manchi di altro aiuto (es. familiari, volontari ecc).
L’ADEST (assistente domiciliare e dei servizi tutelari)
L’assistente domiciliare e dei servizi tutelari è un operatore il quale, attraverso una specifica preparazione professionale di tipo teorico pratico, fornisce prestazioni sostitutive delle cure familiari attraverso attività integrate di aiuto domestico, di assistenza diretta alla persona, di aiuto nelle vita di relazione, di prestazioni igienico sanitarie di semplice attuazione, qualora esse siano complementari alle attività socio-assistenziali e coincidano con quelle svolte ordinariamente da un familiare.
OPERATORE SOCIO-SANITARIO: L’ACCORDO DEL 22 FEBBRAIO 2001
con provvedimento del 22 febbraio 2001 la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome ha dato atto all’accordo intercorso tra il Ministero della Salute (ora Ministro del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali), il Ministro per la Solidarietà sociale (il cui Ministero è oggi accorpato a quello del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali), le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’operatore socio-sanitario e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione.
Lo scopo dell’istituzione di suddetta figura è quello di formare personale in grado di collocarsi in modo professionalmente utile sia nelle strutture del SSN che negli ampi settori dell’assistenza sociale.
Alla base di questo profilo professione bisogna considerare quattro principi fondamentali:
SAPERE,
SAPER  FARE,
SAPER  ESSERE,
SAPER  DIVENIRE
Cosa deve sapere?
 L'Operatore Socio Sanitario deve conoscere le problematiche del disagio sociale e le
 tecniche di intervento delle quali sono parte integrante la conoscenza delle principali
 patologie fisiche, psichiche e sociali. È di fondamentale importanza la sua capacità di
 relazione umana con la persona che, in situazione di difficoltà, ha anche bisogno di
 accoglienza, sostegno e comprensione
Cosa deve saper fare?
 L'Operatore Socio Sanitario deve saper lavorare in un gruppo nel quale confluiscono più
 professionalità. Deve saper individuare quei bisogni che la persona in difficoltà spesso
 non riesce ad esprimere. Deve saper documentare il proprio lavoro in modo utile anche
 per gli altri operatori. Deve relazionarsi positivamente con la persona per limitarne il disagio rispettandola e rispettando l'etica del proprio ruolo professionale
Cosa deve saper essere?
 L'Operatore Socio Sanitario deve saper essere persona che ascolta un'altra persona,
 attraverso una comunicazione attiva ed empatica, con la comprensione dei bisogni della
 persona, della famiglia (o del care-giver) e delle figure importanti della sua vita (vicini,
 parenti amici e così via). Deve saper essere tramite per sopperire ai bisogni ed alle
 necessità della persona.
Cosa deve saper divenire?
 L'Operatore Socio Sanitario deve saper divenire mezzo per raggiungere un fine, quello di
 evitare il disagio (sia psichico che fisico) o di ridurlo.

AREA DELLE COMPETENZE: L’operatore socio-sanitario è l’operatore che, a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione  professionale, svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, nonché a favorire il benessere e l’autonomia dell’utente.
Più in particolare, le attività dell’operatore socio-sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita e si concretano in:
Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale, realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero funzionale, realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi; coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malato anche terminale e morente; aiuta la gestione dell’utente nel suo  ambito di vita; cura la pulizia e l’igiene ambientale;
Intervento igienico-sanitario e di carattere sociale: osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente; collabora alla attuazione degli interventi assistenziali; valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre; collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi; riconosce ed utilizza linguaggi e sistemai di comunicazione e relazione appropriati in riferimento alle condizioni operative; mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l’utente e la famiglia, per l’integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale;
Supporto gestionale organizzativo e formativo: utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio; collabora alla verifica della qualità del servizio; concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valutazione; collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento; collabora , anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici.
Le competenze possono essere raggruppate in tre grandi macroaree: tecnica, professionale, relazionale.
COMPETENZE TECNICHE: Quanto alle competenze tecniche, l’operatore socio-sanitario in base alle proprie conoscenze ed in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di lavoro. E’ in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc). E’ in grado di collaborare con l’utente e la sua famiglia:
Nel governo della casa e dell’ambiente di vita, nell’igiene e cambio biancheria;
Nella preparazione e/o aiuto all’assunzione dei pasti;
Quando necessario, e a domicilio, per l’effettuazione degli acquisti;
Nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.
E’ in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l’assunzione dei pasti. Sa curare il lavaggio, l’asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare.
Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario, e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti.
Sa svolgere attività finalizzate al’igiene personale, al cambio della biancheria, all’espletamento delle funzioni fisiologiche, all’aiuto nella deambulazione, all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all’apprendimento e mantenimento di posture corrette.
In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di:
Aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso;
Aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie;
Osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utente può presentare (pallore, sudorazione, ecc);
Attuare interventi di primo soccorso;
Effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse;
Controllare e assistere la somministrazione delle diete;
Aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali;
Collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi;
Provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella e/o carrozzella;
Collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;
Utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell’utente, riducendo al massimo il rischio;
Svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disagio di pratiche burocratiche;
Accompagnare l’utente per l’accesso ai servizi.
COMPETENZE PROFESSIONALI. In ordine sanitario alle competenze di natura strettamente professionale, l’operatore socio-sanitario:
Conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse;
Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati;
Riconoscere per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all’utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc.;
È in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche;
Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all’utente;
Conosce le condizioni d rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione;
Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari;
Conosce l’organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali.
COMPETENZE DI NATURE RELAZIONALE. In merito alle competenze di natura relazionale l’operatore socio-sanitario sa lavorare in equipe.
Si avvicina e si rapporta con l’utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo.
E’ in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente. Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori.
Sa sollecitare ed organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione ed iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale. E’ in grado di partecipare all’accoglimento dell’utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse.
E’ in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.
Affiancandosi si tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi.
L’OPERATORE SOCIO-SANITARIO CON FORMAZIONE COMPLEMENTARE
L’art. 1, comma 8 del D.L. 2002, n.1 consente all’operatore socio-sanitario di collaborare con l’infermiere o con l’ostetrica e di svolgere alcune attività assistenziali in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive all’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione.
Si rende, dunque, necessario completare il profilo dell’OSS con la formazione complementare in assistenza sanitaria disciplinata espressamente con Accordo 16 gennaio 2003 tra l’allora Ministro della Salute (oggi Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche  sociali), l’allora Ministro per la Solidarietà sociale (il cui Ministero è oggi accorpato a quello del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali), le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
E’ importante sottolineare che l’operatore socio-sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria non può essere considerato un sanitario con le relative caratteristiche e prerogative. L’individuazione di un’unica figura professionale con possibilità di impiego nell’ambito nell’ ambito dei servizi sia sanitari sia sociali, dimostra del resto come la preparazione dell’operatore socio-sanitario non sia specialistica ma rivolta al soddisfacimento dei bisogni di base della persona in situazione di non completa autonomia.
E’ comunque da tenere in considerazione che l’operatore socio-sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria non è un nuovo operatore diverso dall’operatore socio sanitario. Non a caso, si parla di “formazione complementare” ma non essenziale. Si tratta, quindi, di un completamento a livello formativo.
l’attestato di formazione  complementare in assistenza sanitaria consente all’operatore che ne sia in possesso di collaborare con l’infermiere e con l’ostetrica nello svolgimento di alcune attività assistenziali, alle quali non è tuttavia abilitato.
Le attività di carattere sanitario svolte dell’operatore socio-sanitario, infatti, sono parte integrante di un processo assai più ampio e complesso, pianificato dall’infermiere per rispondere alle specifiche necessità del paziente. Non bisogna dimenticare che, nel nostro ordinamento, l’infermiere è l’unico responsabile dell’assistenza infermieristica. Ciò implica che si a di esclusiva valenza infermieristica la valutazione sull’eventualità che, in determinate circostanze e condizioni si salute, sul paziente possa intervenire l’operatore socio-sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria.
L’operatore socio-sanitario, quindi, oltre a svolgere le competenze professionali del proprio profilo, coadiuva l’infermiere o l’ostetrica/o e, in base all’organizzazione dell’unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica sotto la sua supervisione, è in grado di eseguire:
La somministrazione, per via naturale, della terapia prescritta, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione;
La terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione;
I bagni terapeutici, impacchi medicali e frizioni;
La rivelazione e l’annotazione di alcuni parametri vitali (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e temperatura) del paziente;
La raccolta di secrezioni ed escrezioni a scopo diagnostico;
Le medicazioni semplici e bendaggi;
I clisteri;
La mobilizzazione dei pazienti non autosufficienti per la prevenzione di decubiti e alterazioni cutanee;
La respirazione artificiale, massaggio cardiaco esterno;
La cura e il lavaggio e preparazione del materiale per la sterilizzazione;
L’attuazione e il mantenimento dell’igiene della persona;
la pulizia, disinfezione e sterilizzazione delle apparecchiature, delle attrezzature sanitarie e dei dispositivi medici;
la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti differenziati;
il trasporto del materiale biologico ai fini diagnostici;
la somministrazione dei pasti e delle diete;
la sorveglianza delle fleboclisi, conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione.
LA FORMAZIONE
I moduli formativi
La formazione dell’operatore socio-sanitario è di competenza delle Regioni e Province autonome. Per l’accesso ai corsi di formazione dell’operatore socio-sanitario è richiesto il diploma di scuola dell’obbligo ed il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di iscrizione al corso. Ogni corso di formazione, di durata annuale, comprende i seguenti moduli didattici:
Un modulo di base per un minimo di ore 200;
- un modulo professionalizzante per un numero minimo di ore 250.
A questi si aggiungono esercitazioni/stages per un numero di ore 100 ed il tirocinio guidato, presso le strutture ed i servizi nel cui ambito la figura professionale dell’operatore socio-sanitario è prevista, per un numero minimo di ore 450.
Alle Regioni e alle Province autonome è riconosciuta, inoltre, la facoltà di prevedere moduli didattici riferiti a tematiche specifiche sia mirate all’utenza (ospedalizzata, anziana, portatrice di handicap, psichiatrica, con dipendenze patologiche ecc) sia alla struttura di riferimento (residenza assistita, domicilio, casa di riposo, comunità,ecc) In questo caso, oltre al corso di qualificazione di base sono previsti moduli di formazione integrativa mirati a specifiche utenze e specifici contesti operativi, quali utenti anziani, portatori di handicap, utenti psichiatrici, malati terminali, contesto residenziale, ospedaliero, casa alloggio, RSA, centro diurno, domicilio, ecc per un massimo di 200 ore di cui 100 di tirocinio.
In ogni caso, sono previste misure compensative in tutti i casi in cui  la formazione pregressa risulti insufficiente, per la parte sanitaria o per quella sociale.
La frequenza ai corsi è obbligatoria; al termine, gli allievi sono sottoposti ad una prova teorica e ad una prova pratica da parte di una apposita commissione d’esame, la cui composizione è individuata dal citato provvedimento regionale e della quale fa parte un esperto designato dall’assessorato regionale alla sanità ed uno dall’assessorato regionale alle politiche sociali.
All’allievo che supera le prove, è rilasciato dalla regione e dalla provincia autonoma, un attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale, e spendibile nelle strutture, attività e servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali.
L’allegato C all’accordo del 22 febbraio stabilisce quanto segue in merito agli obiettivi di modulo e alle materie di insegnamento.
PRIMO MODULO (200 ore di teora):
Acquisire elementi di base per individuare i bisogni delle persone e le più comuni problematiche relazionali;
Distinguere i sistemi organizzativi socio – assistenziali e la rete dei servizi;
Conoscere i fondamenti dell’etica, i concetti generali che stanno alla base della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro, nonché i principi che regolano il rapporto di idipendenza del lavoratore (doveri , responsabilità, diritti); conoscere i concetti di base dell’igiene e i criteri attraverso i quali mantenere la salubrità dell’ambiente.
SECONDO MODULO (250 ore di teoria, 100 esercitazioni, 450 tirocinio):
Riconoscere e classificare i bisogni ed  interpretare le problematiche assistenziali derivanti in relazione alle principali caratteristiche del bambino, della persona anziana, della persona con problemi psichiatrici, con handicap ecc, o in situazioni di pericolo;
Identificare tutti gli elementi necessari alla pianificazione dell’assistenza collaborando con le figure professionali preposte;
Riconoscere le principali alterazioni delle funzioni vitali al fine di attivare altre competenze e/o utilizzare tecniche comuni di primo intervento;
Applicare le conoscenze acquisite per mantenimento di un ambiente terapeutico adeguato, cura della persona, mantenimento delle capacità residue, recupero funzionale;
Conoscere ed applicare le diverse metodologie operative presenti nelle sedi di tirocinio;
Conoscere i principali aspetti psico-sociali dell’individuo e del gruppo al fine di sviluppare abilità comunicative adeguate alle diverse situazioni relazionali degli utenti e degli operatori nonché conoscere le caratteristiche, le finalità e le prestazioni di assistenza sociale allo scopo di concorrere, per quanto di competenza, al mantenimento dell’autonomia e dell’integrazione sociale dell’utente.
MODULO FACOLTATIVO: tematica professionale specifica: (50 ore di teoria, 50 esercitazioni, 100 tirocinio) per approfondire le competenze acquisite con speciale riferimento ad una particolare tipologia di utenza o ad uno specifico ambiente assistenziale.
Principali materie di insegnamento
Area socio culturale, istituzionale e legislativa:
Elementi di legislazione nazionale e regionale a contenuto socio-assistenziale e previdenziale.
Elementi di legislazione sanitaria e organizzazione dei servizi (normativa specifica O.S.S.).
Elementi di etica e deontologia.
Elementi di diritto del lavoro e il rapporto di dipendenza.
    Area psicologica e sociale:
Elementi di psicologia e sociologia.
Aspetti psico -relazionali ed interventi assistenziali in rapporto alle specificità dell’utenza.
Area igienico-sanitaria ed area tecnico-operativa:
Elementi di igiene.
Disposizioni generali in materia di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Igiene dell’ambiente e comfort alberghiero.
Interventi rivolti alla persona in rapporto a particolari situazioni di vita e tipologia di utenza.
Metodologia del lavoro sociale e sanitario.
Assistenza sociale.

1 commento:

  1. Ciao ogni corpo,

    Mi chiamo signora Monica Roland. Vivo nel Regno Unito a Londra e oggi ho una donna felice? e ho detto a me stesso che era la mia vita, che era la mia vita, che sarebbe stata la mia vita, avevo bisogno di un prestito di $ 250.000,00 per Inizia la mia vita dappertutto Sono una madre single con 3 figli Adoro questo con un prestito di $ 250.000,00 Dollaro USA, è un DIO che teme l'uomo, se hai bisogno di un prestito rimborserai il prestito, ti preghiamo di contattarlo per dirglielo Monica Roland che ti rimanda a lui. contattare il sig. Andre Fundt Bone via e-mail:

    #Mail: creditopersonal14@gmail.com

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    sito web: www.agricolcoorperation.com

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